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«Trascinerò il Cagliari, qui è casa mia»

di Roberto Muretto
«Trascinerò il Cagliari, qui è casa mia»

Joao Pedro giurà fedeltà alla maglia rossoblù: «Col mister c’è feeling, si fa capire benissimo. Io un leader? Se lo dite voi... »  

04 settembre 2020
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ARITZO. «Perchè mi hanno scelto come testimonial della campagna Adidas? Facile, sono il più bello». È di buonissimo umore Joao Pedro. Comincia con una battuta che rompe il ghiaccio una conferenza stampa nella quale il brasiliano parla a ruota libera e giura fedeltà alla maglia rossoblù. «Non guardo il mercato, voglio solo pensare alla prossima stagione». Diciotto gol nello scorso campionato sono tanta roba. Normale che qualcuno abbia fatto un pensierino a un gioctaore nel pieno della maturità. Di Francesco lo coccola e lo utilizzerà come esterno sinistro nel tridente. «È un ruolo che ho già fatto in Portogallo e mai a Cagliari. Con Di Francesco sono in sintonia, ho già imparato tante cose in questi giorni. Mi ha spiegato che cosa vuole da me e io ho capito perchè il mister sa essere molto chiaro».

Il settimo si dice che in un coppia sia l’anno della crisi. Joao guarda avanti con ottimismo. «Sono qui da tanto tempo e soprattutto sono sereno. La stagione scorsa mi ha dato tanto e mi ha fatto venire ancora più voglia di fare bene. Voglio trascinare il Cagliari, nella mia testa non c’è altro». Il gruppo è da anni la forza della squadra isolana. «Lo spogliatoio è sano. Marin è felice di essere qui e vuole dare un contributo importante. Il calcio italiano non è semplice a livello di adattamento, noi lo aiuteremo ad ambientarsi in fretta».

Confermarsi è difficile. Joao Pedro, però, non si pone limiti. «In pochi credono che mi ripeterò. Le sfide mi piacciono, il mio obiettivo è fare bene due anni di fila. Sentire negli anni scorsi che ero finito mi ha dato forza, io penso sempre positivo. Se sono stato fortunato a fare 18 gol? Io mi lascio scivolare tutto addosso e mi auguro di segnare ancora di più». Il blackout della scorsa stagione resta un mistero. L’attaccante lo spiega così: «Non è semplice cambiare livello in un solo anno. Non si può pensare di lottare un anno per la salvezza e l'anno dopo andare in Europa, sarebbe da presuntuosi. Non eravamo abituati a vincere tanto e a stare in alto, alla lunga lo abbiamo pagato. Non è semplice giocare per vincere sempre, ma il progetto quest'anno c'è. Non sto dicendo che Di Francesco è più bravo degli altri, vedo però un tecnico importante che ci sta aiutando tanto ed esprime i suoi concetti di calcio con facilità».

Di Francesco forse non è un martello pneumatico come Conte ma si avvicina a quel modello. «Sicuramente vuole insegnarci tanto sul piano tattico. Il mister ha un carattere forte e ci va giù pesante quando deve perché vuole che impariamo ogni minimo dettaglio». Infine un accenno sul suo connazionale Diego Farias. «Nel 4-3-3 lui si trova a suo agio. Diego è un fratello per me, ma il suo futuro non dipende da me».

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