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Un derby per la storia allo Stallaggio Meloni

di Andrea Sini
Un derby per la storia allo Stallaggio Meloni

L’8 settembre 1920, cento anni fa, il Cagliari scese in campo per la prima volta Per tenere a battesimo la società, fondata 3 mesi prima, fu invitata la Torres

09 settembre 2020
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CAGLIARI. Il muro di cinta cade a pezzi e gli ampi varchi sono inaccessibili solo grazie a un reticolato non meno malandato. Una selva fittissima di alberi tropicali torreggia su una vasta area abbandonata lungo viale Trieste. Questo lussureggiante giardino spontaneo affacciato sulla ferrovia, a pochi passi da uffici pubblici e assessorati, traffico e normale vita urbana, nasconde e custodisce una storia iniziata giusto cent’anni fa.

Una data storica. L’8 settembre 1920, su un campo di calcio nuovo di zecca realizzato proprio dove oggi la vegetazione si è fatta impenetrabile, il Cagliari giocò la sua primissima partita, contro i sassaresi della Torres. Rossoblù contro rossoblù, per il primo atto di una sfida destinata ad appassionare per decenni gli sportivi di tutta l’isola.

Quel pomeriggio, il treno della storia dello sport sardo fece una delle sue fermate più importanti in questo spazio chiamato “Stallaggio Meloni”, un’area che per lungo tempo, a cavallo tra fine Ottocento e primi Novecento, era stata utilizzata come deposito di carri bestiame, animali e merci. Una posizione strategica, a due passi dal centro ma soprattutto al porto e, successivamente, alla ferrovia.

Grandi manovre. Poco più di tre mesi prima, il 30 maggio 1920, un gruppo di sportivi si era riunito all’Eden Park e aveva dato vita a una nuova società: il Cagliari Foot Ball Club. A guidare e “ispirare” il progetto era stato un oncologo catanese, arrivato in città per insegnare Patologia Speciale Chirurgica all’università. Fu lui il primo presidente della storia rossoblù: il suo nome era Gaetano Fichera.

La compagine dirigenziale appena composta si era messa subito al lavoro per trovare un campo da gioco e nel giro di poco tempo incassò la disponibilità della famiglia Meloni: “potete usare come campo lo spazio di viale Trieste”, venne detto loro. Campo era però una parola grossa, e infatti per eliminare le erbacce, spianare le pendenze, costruire gli spogliatoi e le prime tribune, furono necessari quasi tre mesi di lavoro incessante. A fine agosto, però, la missione era quasi compiuta, gli allenamenti erano iniziati e si potè finalmente iniziare a pensare al calcio vero. A questo punto cosa mancava? Un’avversaria di rango per disputare un’amichevole e inaugurare ì il terreno di gioco.

Il battesimo di fuoco. «Il 28 agosto si decise di invitare per questo prestigioso evento la Torres, e immediatamente vennero contattati i dirigenti sassaresi, che risposero con grande entusiasmo. La Torres era in effetti una delle società più antiche e blasonate della Sardegna, e tra le varie squadre di fare discipline aveva da tempo un team di foot-ball». A parlare è Mario Fadda, 43 anni, membro della Società italiana storia dello sport e del Cesh, il Comitato europeo di storia dello Sport. Lo studioso iglesiente è attualmente tra i maggiori esperti delle epoche pionieristiche dello sport sardo e tra le sue pubblicazioni ci sono un volume su “La vera storia della maglia del Cagliari” e il recentissimo “Storie rossoblù”, incentrato sui primi trent’anni di storia del club rossoblù.

Una storia che inizia alle ore 18 di quell’8 settembre 1920, con una maglia particolare. “Il Cagliari scese in campo con una divisa bianca – spiega Fadda – con quelli che sembrano a tutti gli effetti camici di ospedale adattati all’occasione. D'altronde il presidente era un medico… In realtà tutte le fonti che ho consultato confermano che alla nascita i colori del Cagliari erano il rosso e il blu e solo successivamente, per alcuni anni, la squadra indossò in effetti una divisa nerazzurra, come già da tempo si sapeva. È dunque assai probabile che contro la Torres i cagliaritani si schierarono in bianco come cortesia nei confronti degli avversari, che sin dal 1903 avevano adottato i colori rossoblù”.

I protagonisti. Le cronache del tempo, che come consuetudine assai poco dicevano dell’andamento della partita e si concentravano più sulle note di colore, riportano per fortuna le formazioni delle due squadre. Il Cagliari, che aveva pubblicato la lista dei convocati nella vetrina della storica boutique Castangia, aveva a disposizione Bertari, Picciau, Vittino, Rocca, Mereu II, Levanti, Mereu I, Salabè, Puddu, Cottiglia, Figari. C’erano anche quattro riserve: Coni, Maxia, Cau, Pisano. Per la Torres del presidente Nicolò Di Suni, scesero in campo Ferdinandi, Congiatu, Firpi, Manconi, Duce, Torchiani, Marongiu, Dessy, Tocco, Ottonello, Sanna.

Il calcio d’inizio venne preceduto dalla cerimonia di inaugurazione del campo, con tanto di madrina, donna Teresina Loy Donà. I convenevoli, con scambio di fiori e di doni, durarono più del previsto e il fischio d’inizio venne dato con un quarto d’ora di ritardo.

La grande sfida. Il Cagliari andò in rete dopo pochi istanti di gioco e chiuse subito i conti su una Torres volitiva ma forse un po’ sulle gambe dopo il lungo viaggio. La scoperta più interessante fatta di recente da Fadda riguarda l’autore del primo gol della storia cagliaritana: “Si è creduto per anni che si trattasse di Cottiglia, invece la prima segnatura porta la firma di Alberto “Cocchino” Figari, che prese sul tempo anche alcuni cronisti, forse ancora inebriati dallo champagne stappato poco prima”. Il primo tempo si concluse 4-0, poi per i sassaresi andarono in gol Sanna e Tocco, rendendo meno amara la sconfitta. Al fischio finale arrivò quasi al tramonto, sul punteggio di 5-2. Figari fu il mattatore assoluto, con una tripletta realizzata.

Nuovi orizzonti. Il Cagliari giocò per altri cinque anni allo Stallaggio Meloni, prima di trasferirsi al campo di via Pola, a pochi isolati di distanza. Prima di venire dismesso, il campo fece comunque in tempo a rivedere il treno della storia dello sport sardo, che si fermò ancora qui nel 1924, per la prima partita di pallacanestro mai disputata in Sardegna: era il 16 novembre e la squadra di basket dello stesso Cagliari superò la Canottieri Ichnusa per 8-1.

A metà anni Trenta l’area di viale Trieste venne requisita dal regime, che vi vece costruire la Caserma Trieste, utilizzata come punto di appoggio dall’Aeronautica. Dalla fine degli anni Sessanta gli edifici, con l’eccezione dell’adiacente caserma dei vigili urbani, vennero progressivamente abbandonati, dando libero sfogo alla natura, che si è via via impossessata dell’area.

Mario Fadda, instancabile ricercatore di piccole e grandi storie dello sport sardo, oggi sarà in viale Trieste per un piccolo ma sentitissimo tributo al primo campo del Cagliari insieme allo storico Umberto Oppus. Davanti ai ruderi di quello che fu lo Stallaggio Meloni, all’ombra di questi maestosi e impenetrabili ficus indiani, potrebbe presto trovare posto una targa che ricordi quello straordinario derby Cagliari-Torres di tanti anni fa. Esattamente cent’anni.

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