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Impresa di Pogacar, psicodramma al Tour

Impresa di Pogacar, psicodramma al Tour

Nella cronometro decisiva lo sloveno strappa la maglia gialla a Roglic. Oggi la passerella a Parigi

20 settembre 2020
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PARIGI. È nata una stella. A due giorni dal suo 22simo compleanno, Tadej Pogacar si regala il Tour de France edizione 107. E lo fa nel modo che nessuno immaginava: ribaltando le prime due posizioni della classifica generale e asfaltando le ambizioni del connazionale - sloveno come lui - Primoz Roglic. «Ero venuto per partecipare, e ho vinto», dice incredulo del suo primo, grande successo.

Alla partenza della penultima tappa, la terribile cronometro con arrivo alle pendenze del 20% de La Plance des Belles Filles, oggi Roglic aveva 57” di vantaggio su Pogacar che, nel giro di 25 chilometri, ha azzerato il ritardo ed è salito sul tetto della corsa a tappe francese, divenendo il secondo vincitore più giovane dopo Henry Cornet che, nel 1904, trionfò a 19 anni e 355 giorni. La passerella di oggi verso i Campi Elisi è la solita formalità, fra un brindisi e una pacca sulle spalle, gli ultimi 122 chilometri passeranno in fretta per chi vince.

Per lo sconfitto, invece, sarà una via Crucis. Al traguardo di ieri, dopo una sfida contro il tempo che più dura non si può - anche alla luce delle 19 tappe trascorse e degli oltre 3.300 metri percorsi finora - lacrime per tutti: vincitori e vinti. A celebrare la straordinaria impresa di Pogacar, Beppe Saronni, team manager della UAE, che ha ammesso di essere «stato sul punto di svenire. Pensavo – ha confessato – a un errore del cronometro. Però, guardando la pedalata, ho pensato che poteva vincere. Da un talento così, ci si può aspettare di tutto. Ha un contratto con noi fino al 2024, ma cercheremo di tenercelo stretto, perché non ha punti deboli».

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