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Il virus bussa ancora alla porta del Banco

di Andrea Sini
Il virus bussa ancora alla porta del Banco

Un positivo nel gruppo squadra, nuovo giro di tamponi

28 ottobre 2020
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SASSARI. Un positivo all’interno del “gruppo squadra”, l’attesa dei risultati del nuovo giro di tamponi e i timori legati a possibili ulteriori contagi. La ruota del Covid-19 gira e si ferma nuovamente in casa Dinamo. Ieri mattina la società biancoblù ha annunciato attraverso i propri canali che a seguito dei test effettuati è emerso un caso di positività. «Il soggetto – si legge nella nota del club sassarese – è totalmente asintomatico e sta seguendo in isolamento le procedure previste dal protocollo sanitario. Il resto del gruppo verrà sottoposto a ulteriori test in vista dei prossimi impegni agonistici».

Il protocollo. La Dinamo, che come già in passato non ha reso noto il nome del componente risultato positivo, ieri non si è allenata ed è in attesa per questa mattina dei risultati dei tamponi. L’ultimo riscontro risale agli esami effettuati alla vigilia della partenza per Venezia, venerdì, che avevano dato esito negativo per tutti i componenti. Il “gruppo squadra”, è bene ricordarlo, è composto oltre che dai giocatori, da tutte le persone che ruotano attorno all’attività quotidiana del team: quindi anche staff tecnico, medico e dirigenziale. Si tratta quarto caso di positività che riguarda il Banco di Sardegna, a partire dalle settimane trascorse in ritiro a Olbia.

La lotteria dei contagi. Impossibile, allo stato attuale, capire cosa potrà accadere nell’ottica della sfida in programma domenica pomeriggio al palazzetto contro la Dolomiti Energia Trento. Al di là delle naturali preoccupazioni per lo stato di salute delle persone contagiate, in questa fase le società stanno letteralmente navigando a vista: per quanto i protocolli e le misure di prevenzione vengano rispettate, il rischio di contagio è sempre dietro l’angolo, come dimostra il bollettino ormai quasi quotidiano delle squadre di serie A. Ieri la Virtus Roma ha sospeso gli allenamenti dopo tre casi di “possibile positività”. Sinora il campionato si è svolta con relativa regolarità: in cinque giornate, soltanto una gara è stata infatti rinviata. Si tratta di quella che si sarebbe dovuta giocare lo scorso weekend, tra Treviso e Cantù. Anche i brianzoli sono infatti da tempo alle prese con il problema coronavirus, con cinque giocatori contagiati (l’ex sassarese Jaime Smith è stato il primo a risultate positivo).

“Un Circo Barnum”. Ai più alti livelli istituzionali si continua a litigare furiosamente. Ieri il presidente della Fip, Gianni Petrucci, ha avuto nuovamente parola di fuoco nei confronti del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha convocato in videocall diversi rappresentanti del mondo dello sport, ma non i presidenti delle federazioni. «Un caos totale – ha detto Petrucci –, oggi i rappresentanti sono le federazioni e quindi in call con Conte ci dovevano essere Gravina, Petrucci e Cattaneo. E invece ci sono i rappresentanti della Lega, nonostante sia la mia lega. Si deve sempre vivere nell’equivoco, è un Circo Barnum». «È stato un formidabile minestrone – gli ha fatto eco il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ha partecipato al faccia a faccia virtuale –. Erano rappresentati interessi completamente diversi uno dall’altro».

Gli scenari. Pubblico contingentato e ora porte chiuse, possibilità di contagi e rischio concreto di scendere in campo con assenze pesanti e roster rimaneggiati. Lo si poteva ipotizzare dell’inizio e si sta puntualmente verificando, ma quest’anno va così: prendere o lasciare. E quando, durante i mesi scorsi, sia a livello federale che di Lega (e quindi tutte le società) si è deciso di andare avanti, si è implicitamente accettato di stare al gioco. Un gioco “brutto”, senza pubblico, in qualche modo falsato, per le possibili defezioni, ma al momento l’unico gioco possibile. Prendere o lasciare.

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