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Difesa da registrare ma il Cagliari funziona

di Enrico Gaviano
Difesa da registrare ma il Cagliari funziona

La squadra ha assorbito bene il cambio in panchina e l’addio di Nainggolan e dopo un avvio stentato marcia sicura spinta da un attacco con numeri record

16 novembre 2020
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CAGLIARI. È un Cagliari in lenta ma progressiva marcia verso l’equilibrio quello che Eusebio Di Francesco sta plasmando. L’ultima partita, quella vinta contro la Sampdoria 2-0, è stata anche la prima nella quale la squadra non ha subìto reti. Su questa strada il mister rossoblù è chiamato a lavorare sodo per far crescere potenzialità e classifica del Cagliari. Ma nel raffronto fra un anno fa, il gruppo guidato da Maran, e oggi, si scopre che dopo 7 giornate la differenza è minima: quel Cagliari conquistò 11 punti, questo è arrivato a quota 10.

Cagliari 1919/20. Dopo sette giornate 3 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte, quelle prese nelle prime due giornate. Assorbito lo choc dell’infortunio a Pavoletti, sostituito con Simeone, il tecnico friulano continuò con il suo 4-3-1-2 che sicuramente è servito a regalare molto equilibrio alla squadra, con un centrocampo di autentici mostri in cui Rog, l’emergente Nandez e Nainggolan hanno rappresentato il punto di forza dell’intero organico . Maran ha potuto contare anche su Ionita, Cigarini e Oliva per il reparto, mentre avanti Joao Pedro e Simeone, brillante scelta di mercato della società, hanno dato continuità sotto rete. Comunque a seguire sono arrivate vittorie in casa del Parma e del Napoli e in Sardegna con il Genoa, pareggio importante sul campo della Roma. Il bottino delle reti fatte è stato di 10, quello delle reti subìte (in porta c’era Olsen), appena di sette. Dopo la settima la squadra ha continuato a lievitare, fino ad arrivare al quarto posto e cominciare a sognare qualcosa di più di un semplice piazzamento di prestigio. Sogni spezzati dalla sconfitta interna con la Lazio dalla quale la squadra non riuscì più a riprendersi.

Cagliari 2020/21. L’arrivo di Eusebio di Francesco ha ovviamente cambiato prospettive alla squadra. Il neo allenatore è partito con un centrocampo in cui Nainggolan, sarebbe dovuto essere uno dei punti di forza. Alla fine il Ninja è rimasto all’Inter e dunque si è fatto di necessità virtù-. Lo schema utilizzato inizialmente è stato quello amato da Di Fra: il 4-3-3. Un’impostazione aggressiva che però non ha prodotto buoni frutti, sopratutto perché ha tolto potenzialità al capocannoniere della passata stagione, quel Joao Pedro capace di infilare 18 reti. Così il mister rossoblù è tornato sui suoi passi optando per un 4-2-3-1 che ha sicuramente mostrato migliore efficacia sia sul piano del gioco che dei risultati, scatenando sotto porta il brasiliano, che viaggià con numeri ancora migliori di un anno fa.

Dopo il pari in casa del Sassuolo, in apertura di stagione, sono arrivati i ko in casa con la Lazio (0-2) e sul campo dell’Atalanta, un pesante 5-2 che è servito da spartiacque. A quel punto cambio di modulo e Cagliari subito vincente, 3-2, in casa del Torino. Poi ancora attacco scatenato in casa contro il Crotone (4-2). A Bologna un passo indietro: si va avanti due volte ma alla fine si perde per 3-2. Una partita che ha mostrato i tanti difetti da correggere ancora. Con la Samp la vittoria per 2-0 con Cragno che ha tenuto la porta immacolata. L’attacco rispetto a un anno fa ha segnato 4 reti in più, 14 gol invece di 10, ma la difesa ha subìto molto di più: 15 gol invece di 7. Questo uno dei punti su cui intervnire per decollare. Intanto sotto il profilo realizzativo Simeone e Joao Pedro hanno già 5 reti a testa. Un terzo del bottino totale accumulato nella scorsa stagione (30 gol).

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