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«La stagione va completata la Dinamo resterà in piedi»

di Andrea Sini
«La stagione va completata la Dinamo resterà in piedi»

Il presidente biancoblù Stefano Sardara fa il punto a un quarto del campionato «Regole d’ingaggio stabilite mesi fa, fermarsi ora non avrebbe alcun senso»

23 novembre 2020
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SASSARI. «Il momento è difficile per tutti e l’avevamo messo in preventivo. Bisogna cercare in tutti i modi di andare avanti, per il bene del movimento e anche per i tifosi». Stefano Sardara e la sua Dinamo restano loro malgrado alla finestra mentre la serie A completa il suo mini-percorso di inizio stagione, arrivando non senza problemi alla sosta per gli impegni delle nazionali. Tutto è andato più o meno liscio sino alla quinta giornata, poi nei successivi quattro turni a causa del Covid-19 sono state rinviate dieci partite, tra le quali Vanoli-Banco di Sardegna, che si sarebbe dovuta giocare ieri.

Presidente Sardara, com’è in generale la situazione?

«Le difficoltà di questo periodo storico le conosciamo tutti, così come è abbastanza chiaro il modo in cui si riflettono sul mondo dello sport. Tiriamo avanti, come società e come Lega, sperando di poter comunque proseguire, anche a porte chiuse».

Non sarebbe troppo doloroso per i conti dei club?

«Certo, dolorosissimo e lo sapevamo sin dall’inizio. Ma il campionato va portato avanti e completato. Quali potevano essere le alternative? Fermare tutto per un anno? Per il movimento sarebbe stato un danno mortale. Oppure fermiamo tutto oggi? In questo modo, oltre agli introiti del ticketing perderemmo anche gli sponsor e le tv. Anche in questo caso un danno mortale. A mio parere, sino a che il governo ce lo consente bisogna andare avanti, e bisogna farlo per noi, per il movimento e per i tifosi, ai quali le partite, per quanto viste da casa, regalano qualche momento di distrazione».

Qualcuno ha proposto di congelare le retrocessioni, magari fissando una soglia minima di investimento. Sarebbe d’accordo?

«Magari per l’anno prossimo, non certamente per la stagione in corso: le regole d’ingaggio sono state stabilite mesi fa: sono state firmate iscrizioni e sono stati presi impegni sapendo quali fossero le condizioni generali e le difficoltà verso le quali si sarebbe andati. Non vedo perché cambiare tutto oggi. Quali condizioni sono mutate? Poi è giusto prendere in considerazione tutto, ci troviamo in un momento straordinario e bisogna cercare di ragionare su qualsiasi soluzione».

Ettore Messina ha proposto di sospendere le coppe europee per quattro mesi per concentrarsi sui campionati nazionali.

«Guardando in casa nostra, cioè, alla Champions League, vedo che la soluzione discussa a suo tempo si sta dimostrando intelligente: diluendo le partite si alleggerisce di molto il peso delle trasferte e si consente di trovare spazi per recuperare le partite che vengono rinviate. Il campionato è importante ma le coppe non sono da meno».

Il campionato, giocato in queste condizioni, può riservare sorprese?

«È un campionato molto strano, come previsto. I risultati sono legati al budget, come ogni anno, ma ora oltre agli infortuni c’è la variabile Covid, che condiziona tutti. A noi è successo a Trento, quando ci sono mancati 3 giocatori. Ci si può fare poco: ci si convive e si cerca di farci l’abitudine».

Come valuta la rielezione di Petrucci alla guida della Fip?

«Si va verso un quadriennio in cui, come lui stesso ha dichiarato, vanno fatte riforme che consentano a chi ci sarà tra vent’anni di dire che il basket è in piedi grazie a quanto fatto ora. Petrucci ha tutta l’intenzione di muoversi in questa direzione».

Conferma, come ha dichiarato a inizio stagione, che la Dinamo è in grado di assorbire il colpo?

«Sì, possiamo stare a galla per una stagione in queste condizioni, ma è chiaro che il colpo si sentirà e per assorbirlo serviranno anni. È tutto molto complicato e difficile, non ci mettiamo a piangere per strada ma le difficoltà ci sono. Però, come ho detto, non esiste un piano B: bisogna andare avanti».

Il giudizio sulla squadra, che non ha mai giocato al completo, è un po’ sospeso.

«Purtroppo non è stato ancora possibile, non abbiamo visto nascere le giuste gerarchie, qualcuno ha dovuto giocare fuori ruolo e abbiamo trascorso periodi lunghi senza titolare e riserve dello stesso ruolo. Abbiamo perso il cambio del play e ora, una volta risolti i problemi burocratici, inseriremo Katic. Ma almeno si parla di basket. E di questi tempi non è poco».

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