La Nuova Sardegna

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Montalbo-Ilva, lacrime e sorrisi

di Luca Urgu
Montalbo-Ilva, lacrime e sorrisi

Nel 1984 lo spareggio per restare in serie D giocato a Olbia venne deciso da una pozzanghera galeotta

23 novembre 2020
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NUORO. Domenica 20 maggio, 1984, stadio Nespoli di Olbia. Una giornata di primavera inoltrata che nulla aveva di tiepido e luminoso tipico della bella stagione. Tempo bello o brutto, poco alla fine cambiava. Quella era la giornata della sfida e del diluvio, di quelle partite che forse per pathos, importanza si giocano al massimo una volta nella vita di un calciatore. Una gara da dentro- fuori, senza appello di sorta. Tutti bagnati ma mai domi, come nelle migliori battaglie epiche. La Montalbo schiera Recupito, (al 14’Contessu), Careddu, Piseddu, Fois, Dettori, (al 105,Demelas), Pala, Carta, Mannai, Murgia, Puggioni, Branca. L'Ilva risponde con Vitiello A., Cuccadu, Codina, Vitiello T, Conti, P.P. Comiti, Murri, (al 91’ Brocca), Scolavurru, Scolafurru, Dettori, Petta. In quell’anno le due squadre l’Ilva e la Montalbo di Siniscola non hanno brillato. Hanno alternato risultati positivi a lunghe serie out. Un cammino comune che le ha fatte sprofondare nei bassifondi della serie D - a girone unico - a livello regionale. Concludono il torneo a pari punti, quindi per decretrare chi rimarrà nella categoria e chi sprofonderà in Promozione serve la partita secca.

La gara tanto attesa come si diceva di disputa nell’impianto di Olbia dove arrivano le tifoserie di entrambe le società che riempiono gli spalti. E’ battaglia come deve essere fin dal primo minuto. Con una supremazia degli isolani, che nell’arco del mach sono pericolosi in almeno quattro occasioni. Il pari non si sblocca al 90° e si va avanti per tutti i supplementari in un campo ridotto ad un pantano. Poi, al 119 quando già si pensava ai rigori, accade l’imponderabile. Un lancio lungo in avanti della Montalbo in direzione di Branca vede scivolare il portiere Vitiello. Il centravanti si trova da solo davanti alla porta sguarnita. Il suo tiro non si ferma nella pozzanghera dell’area di porta ma va dentro. Gol, partita finita. Da una parte si festeggia, dall’altra ci si dispera. E' la legge dello sport che per fortuna riserva sempre anche i momenti di riscatto.

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