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Nel 2002 sul prato dell’Acquedotto il remake della sfida Italia-Germania

di Andrea Sini
Nel 2002 sul prato dell’Acquedotto il remake della sfida Italia-Germania

SASSARI. Era l’11 luglio, in campo c’erano Italia, Germania e anche Pablito con la maglia azzurra numero 20, ma non era il 1982 e l’erbetta non era quella del Bernabeu. Nell’estate 2002 Paolo Rossi...

11 dicembre 2020
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SASSARI. Era l’11 luglio, in campo c’erano Italia, Germania e anche Pablito con la maglia azzurra numero 20, ma non era il 1982 e l’erbetta non era quella del Bernabeu. Nell’estate 2002 Paolo Rossi scese in campo all’Acquedotto di Sassari per una sfida davvero particolare.

A vent’anni esatti di distanza, sull’erbetta dello stadio che da pochi mesi era stato intitolato a Vanni Sanna, ex stella della Torres e del Cagliari, si svolse il remake della finalissima di Spagna ’82. Un evento organizzato dal Club Italia, l’associazione degli ex azzurri del calcio, che al tempo era presieduta proprio da Rossi, con la collaborazione di Figc, Regione, Provincia e comune e Torres calcio.

Quella sera a Sassari, a parte Zoff, Oriali, Conti e il ct Enzo Bearzot, oltre ovviamente a Gaetano Scirea, scomparso nell’89 ma comunque rappresentato in campo da suo figlio Riccardo, le leggende dell’Italia campione del mondo c’erano praticamente tutte. Di fronte a 5 mila spettatori emozionati ed entusiasti, sfilarono Cabrini, Bergomi, Collovati, Gentile, Antognoni, Dossena, Tardelli, Altobelli, Marini e Selvaggi. E a completare la rosa, guidata da Sergio Brighenti, che nell’82 era il vice di Bearzot, un’ulteriore parata di stelle: Albertosi tra i pali, e poi Nela, Serena, Ferri, Mussi, Apolloni, Berti, Di Gennaro, Evani e Pazzagli. Il match, trasmesso in diretta su un maxischermo allestito alla Darsena, lungo i navigli di Milano, venne diretto dall’ex arbitro e opinionista tv Carlo Longhi.

I tedeschi, forse ancora un po’ indispettiti dal ko di vent’anni prima, si presentarono con pochi veri protagonisti dell’82 e con una rosa infarcita di elementi assai più giovani degli azzurri, ormai tutti intorno a i cinquanta. Fu comunque l’occasione per vedere all’opera giocatori come gli ex laziali Riedle e Doll, l’ex romanista Berthold e Votava, storica colonna di Borussia Dortmund e Werder Brema.

E la partita? Con una squadra decisamente più giovane e pimpante, e con l’Italia tutta presa a festeggiare la straordinaria reunion, i tedeschi non ebbero pietà e vinsero 2-0.

Paolo Rossi, di gran lunga il più applaudito tra tutti i giocatori in campo, venne incoraggiato a gran voce dal pubblico anche dopo avere spedito in curva sud un calcio di rigore.

E a fine partita si mostrò disponibilissimo con tutti, fermandosi a lungo fuori dagli spogliatoi dello stadio torresino a firmare centinaia di autografi e a scattare fotografie con tifosi di ogni età. Bambini, adulti e anziani, tutti a stropicciarsi gli occhi di fronte al mitico Pablito. Perché Paolo Rossi è stato, e sarà per sempre, la gioia del gol incarnata in quel lampo azzurro con il numero 20 sulle spalle.

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