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Olbia tutto cuore, Grosseto affondato

di Paolo Ardovino
Olbia tutto cuore, Grosseto affondato

Sofferta vittoria per la squadra di Canzi grazie alle reti di Pisano, Emerson e Udoh. Tornaghi decisivo nella ripresa

18 gennaio 2021
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OLBIA. C’è da sorridere eccome: l’ultimo turno del girone d’andata è una dolce ricompensa. Una vittoria, contro il Grosseto che si presentava come avversario assai ostico e che ha mantenuto le aspettative. I meriti dell’Olbia sono vari e anche nuovi rispetto ai soliti copioni. I due gol nella prima mezz’ora, per dire, qualcosa di inedito. Le tre reti finali sono sintesi di una nuova giovinezza di una squadra che ottimizza le occasioni che capitano e che sviluppa bene schemi studiati, fa risaltare le qualità dei singoli. La punizione di Emerson ricorda perché in campo sia un valore aggiunto, ha rinunciato a essere rinunciataria, quando si dice che gli attaccanti il gol devono andare a cercarselo da soli. Chiedere a Udoh.

Il Grosseto gioca di pretattica, cambia quasi metà degli undici rispetto all’ultima uscita, Magrini lascia in panchina alcuni perni importanti, Galligani su tutti. L’Olbia mette più qualità possibile, basta leggere il centrocampo: Giandonato in regia, poi Pennington e Ladinetti, e Biancu sulla trequarti. Breve excursus meramente di cronaca di campo: la partita è divertente, le due squadre perdono tempo a studiarsi. La prima avanzata dei bianchi coincide col gol. Giandonato dal corner cerca e trova Pisano, come da schema, di testa centra la rete. Qualcosa come cinque giri di lancette e ancora da palla inattiva, una punizione tra i 25 e i 30 metri, l’Olbia ha modo di esultare. Emerson prova la conclusione bassa, beffa tutti, segna sull’angolino basso del secondo palo.

Il Grosseto invece di demoralizzarsi si carica, arriva a mettere alle corde i galluresi. Tornaghi esce bene a tu per tu con Moscati in corsa, è il primo di due interventi determinanti (l’altro sarà al 90’, manata su tiro di Kraja respinto sulla traversa). Tuttavia, al 31’ Cretella, di testa in mezzo alla difesa bianca segna e accorcia le distanze. La fortuna dell’Olbia è trovare alla ripresa il terzo gol, con Udoh che in volata raggiunge palla prima del portiere, lo contrasta e a porta vuota non sbaglia (49’). Un’altra punizione di pregevole fattura, qualche metro più avanti e defilata sulla sinistra, regala la seconda rete del Grosseto con Sicurella (69’). Poi è arrembaggio da una parte e contenimento dall’altra.

Sulla vittoria olbiese si può benissimo dire che andare in doppio vantaggio in due occasioni (sul 2-0 e sul 3-1) per ridursi poi a difendere a cinque e contare i secondi almeno dal 70' in poi, non è un aspetto positivo. Nel post-partita si segnalerà la maturità nel saper soffrire e su quello va fatto un sincero plauso. Allora il fatto è che a mancare sia la maturità a saper gestire i risultati. Si può anche dire, prendendo in prestito una battuta di Canzi, che «gli avversari ci hanno rubato l’idea». C'era pur sempre il Grosseto, che ha accarezzato a lungo l'idea di poter pareggiare. Ma non va nemmeno fatta eccessiva colpa all'Olbia. È la prima volta in stagione che segna più di due reti. Non vinceva con tre gol da un anno e dieci mesi. L'abitudine a vincere bene, insomma, la si acquista solo abituandosi a vincere. E allora la lente d'ingrandimento si sposta sui singoli. Eccetto i gol, non è una partita dove spicca qualcuno in particolare. Tutti sufficienti e più che sufficienti nel collettivo, subentrati compresi, la grinta di La Rosa è l'esempio più chiaro. A voler fare le pulci, Ladinetti e Biancu i più in ombra, ma in questo momento - otto risultati utili di fila - i riflettori sono accesi. È arrivata la luce fuori dal tunnel in cui la squadra era entrata.

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