Arte e impennate inseguendo Valentino
di Gianna Zazzara
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Michele CuccuMichele Cuccu, di Iglesias, a soli 15 anni è stato scelto dal team Viňales per correre nella Yamaha R3 European Cup
29 gennaio 2021
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SASSARI. Per ora è il suo mito. Domani potrebbe anche superarlo, chissà. Il nuovo Valentino Rossi si chiama Michele Cuccu, ha 15 anni e vive ad Iglesias. Ad aprile debutterà in Olanda nel campionato Yamaha R3 European Cup con il nuovo team Viñales Racing, gestito da Angel Viñales, il padre del pilota di MotoGp Maverick. Sei tappe in tutta Europa fino a ottobre in concomitanza con il mondiale di Superbike.
Una vetrina incredibile, niente male esordire in un campionato continentale a soli 15 anni.
«Sono strafelice. L’obiettivo del team Vinales è aiutare i giovani piloti a crescere, sostenendoli nelle difficoltà iniziali che sono tante, soprattutto in Sardegna, dove ci sono pochissime piste dove allenarsi. Sono stato scelto dal team nel 2019, avevo 13 anni, poi il campionato l’anno scorso è stato annullato per il Covid. Ora l’appuntamento è per aprile, mi auguro non ci siano intoppi, mi sto allenando duramente».
Un enfant prodige, sulla moto la prima volta a 4 anni.
«Avevo visto Valentino Rossi in tv durante una gara. Accanto a me c’era mio nonno, che era un centauro. In quel momento ho capito che la moto sarebbe stata la mia vita. Da piccolo era una passione, ora spero in una carriera».
E mamma e papà cosa hanno detto?
«Mi hanno sempre assecondato. Mio padre Mario è stato un campione dei 3mila siepi e capisce bene la mia passione per lo sport. I miei genitori mi accompagnano alle gare e verranno con me in giro per l’Europa. E poi è grazie a papà se riesco ad allenarmi: oggi siamo sulla pista di Alghero, domani a Tramatza. Io ci ho messo del mio in pista ma se papà non mi avesse aiutato la mia carriera non sarebbe neanche iniziata. Di questo lo ringrazierò sempre».
E la scuola? C’è tempo per i libri?
«Sono iscritto al secondo anno dell’istituto artistico, ad Iglesias. L’arte e la storia dell’arte sono l’altra mia grande passione. Purtroppo ora sto studiando in Dad, ma non vedo l’ora di tornare in classe e rivedere i miei amici».
Sta arrivando tutto troppo in fretta?
«Nel motociclismo i piloti sono sempre più giovani. Io ho la fortuna di avere i miei genitori sempre accanto, sono loro a darmi la forza interiore. Credo di essere pronto».
Ultime vittorie?
«Due per la precisione, al Dodici pollici Italian Cup, l’anno scorso, prima della pandemia, con la pit bike. Quanto mi manca la pista...».
Il suo sogno di motociclista?
«Correre in MotoGp, è il sogno di tutti i piloti».
E il campione preferito?
«Valentino Rossi. Per ora ho solo un autografo sul mio casco, domani, chissà, magari mi trovo a correre in pista con lui».
Ma oramai “Il Dottore” ha 41 anni...
«Spero che mi aspetti. Valentino arrivo!».
Una vetrina incredibile, niente male esordire in un campionato continentale a soli 15 anni.
«Sono strafelice. L’obiettivo del team Vinales è aiutare i giovani piloti a crescere, sostenendoli nelle difficoltà iniziali che sono tante, soprattutto in Sardegna, dove ci sono pochissime piste dove allenarsi. Sono stato scelto dal team nel 2019, avevo 13 anni, poi il campionato l’anno scorso è stato annullato per il Covid. Ora l’appuntamento è per aprile, mi auguro non ci siano intoppi, mi sto allenando duramente».
Un enfant prodige, sulla moto la prima volta a 4 anni.
«Avevo visto Valentino Rossi in tv durante una gara. Accanto a me c’era mio nonno, che era un centauro. In quel momento ho capito che la moto sarebbe stata la mia vita. Da piccolo era una passione, ora spero in una carriera».
E mamma e papà cosa hanno detto?
«Mi hanno sempre assecondato. Mio padre Mario è stato un campione dei 3mila siepi e capisce bene la mia passione per lo sport. I miei genitori mi accompagnano alle gare e verranno con me in giro per l’Europa. E poi è grazie a papà se riesco ad allenarmi: oggi siamo sulla pista di Alghero, domani a Tramatza. Io ci ho messo del mio in pista ma se papà non mi avesse aiutato la mia carriera non sarebbe neanche iniziata. Di questo lo ringrazierò sempre».
E la scuola? C’è tempo per i libri?
«Sono iscritto al secondo anno dell’istituto artistico, ad Iglesias. L’arte e la storia dell’arte sono l’altra mia grande passione. Purtroppo ora sto studiando in Dad, ma non vedo l’ora di tornare in classe e rivedere i miei amici».
Sta arrivando tutto troppo in fretta?
«Nel motociclismo i piloti sono sempre più giovani. Io ho la fortuna di avere i miei genitori sempre accanto, sono loro a darmi la forza interiore. Credo di essere pronto».
Ultime vittorie?
«Due per la precisione, al Dodici pollici Italian Cup, l’anno scorso, prima della pandemia, con la pit bike. Quanto mi manca la pista...».
Il suo sogno di motociclista?
«Correre in MotoGp, è il sogno di tutti i piloti».
E il campione preferito?
«Valentino Rossi. Per ora ho solo un autografo sul mio casco, domani, chissà, magari mi trovo a correre in pista con lui».
Ma oramai “Il Dottore” ha 41 anni...
«Spero che mi aspetti. Valentino arrivo!».