La Nuova Sardegna

ROMA. «Trovo delle analogie con il Bayern Monaco, ora siamo temuti». Le parole del presidente della Lazio, Claudio Lotito, poco prima della sfida di Champions contro il Bayern hanno ricevuto sul campo una dolorosa smentita. All’Olimpico è stata una Caporetto, un 1-4 (con i tedeschi che dopo l’ora di gioco hanno scelto di non infierire) frutto di regali come quelli di Musacchio e Patric in occasione della prima e terza rete e di un atteggiamento troppo remissivo dei biancocelesti, irriconoscibili e impauriti al cospetto dei campioni del mondo. I quali erano penalizzati da qualche assenza pesante (Muller, Gnabry, Pavard, Tolisso, Douglas Costa) ma con l'allenatore Hansi Flick comunque in grado di attingere a una rosa ricca al punto che si è potuto permettere di lanciare dall'inizio un talento del calibro del giovanissimo Jamal Musiala.

Questi, segnando la seconda rete dei bavaresi, è diventato il più giovane calciatore inglese a segnare in Champions, con 17 anni e 363 giorni, oltre che il secondo più “green” in assoluto dopo l'ex romanista Bojan Krkic. Così, a parte una decina di minuti dopo lo 0-4, la squadra di Simone Inzaghi, che può recriminare soltanto sulla mancata concessione di un rigore per fallo su Milinkovic sullo 0-1, non è mai riuscita ad essere presente nel match, condizionata anche dal fatto che a metà campo sono scomparsi i vari Leiva, Luis Alberto e Milinkovic Savic.

Nell’altra partita giocata ieri il Chelsea ha fatto il colpo sul campo dell’Atletico Madrid, vincendo per 1-0 grazie a un gol segnato da Giroud al 68’.

Quella di oggi è invece la grande notte di Champions per l’Atalanta, che alle 21 al Gewiss Stadium ospita il Real Madrid, la squadra più titolata d'Europa. I nerazzurri, dopo avere sfiorato la semifinale nella passata edizione, vogliono riprovarci.