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Come vinceva la Nuorese griffata Zara

di Francesco Pirisi
Come vinceva la Nuorese griffata Zara

Amarcord. L’attaccante, ora 60enne, ha vestito il verdeazzurro negli anni ’80. «Che bei ricordi, tifo ancora per quei colori»

01 marzo 2021
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NUORO. Il calcio sardo di 40 anni fa e i sogni di un ragazzo che in quel mondo vuole coltivare passione e futuro. Il protagonista è Valter Zara, oggi sessantenne, da Soleminis, nell’entroterra cagliaritano. La scena in casa della Nuorese, che rappresenta una delle espressioni più importanti del calcio, dopo il Cagliari, e spesso alla pari con Olbia e Torres.

Il club è nella “D” nazionale, grazie al presidente Fulvio Bonaccorsi, un toscano che nella maglia verdazzurra investe la passione e i soldi della sua attività di costruttore, in una città in pieno sviluppo.

Zara, attaccante, arriva dal Pirri, in Prima categoria. Ma è solo un torneo di passaggio: «Facevo parte delle giovanili del Cagliari – racconta – e la società ci aveva svincolati per via della crisi finanziaria. Avevo 16 anni e decisi di rimanere vicino a casa». Il ragazzo è però già sui taccuini di allenatori e presidenti. La rappresentativa allievi a fine stagione lo porta a Patti, in Sicilia, per un torneo tra regioni. Al rientro c’è la chiamata della Nuorese. I verdazzurri, che nel frattempo sono passati da Bonaccorsi a Giuseppe Cinellu, s’inseriscono nella trattativa tra Pirri e Torres, che ha messo gli occhi sul mancino cagliaritano: «Il passaggio in rossoblù era praticamente fatto – ricorda Valter Zara – dopo due provini andati bene. Ma il Pirri pretende dal club sassarese il doppio di quanto pattuito inizialmente e il trasferimento salta». Il fato sembra contare più delle intese tra gli uomini. Perché a Nuoro, Zara gioca sei stagioni, sino alla metà degli anni ’80, quando la squadra allenata da Vanni Sanna sale in “C2”. E non è tutto. Della città barbaricina è anche la ragazza con cui si unisce in matrimonio. «Gli anni passano – dice Zara, non senza la nostalgia – ma non ho dimenticato la città e il club verdazzurro. Tifo sempre per quei colori – aggiunge – e mi auguro che la squadra riconquisti il calcio nazionale».

Il nome di Zara è tra quelli in evidenza nell’album di 90 anni di attività. Due giorni prima di compiere i 18 anni, l’esordio in un Nuorese-Romulea, nel dicembre del ‘78: «A metà del primo tempo si fa male il centravanti titolare – racconta Zara – e l’allenatore Cappellaro mi richiama dalla panchina: “Vai in campo e segna il gol della vittoria”. Detto fatto: ricevo un traversone dalla destra, blocco la palla con la coscia destra e di sinistro al volo la spedisco all’incrocio». La rete è quella della vittoria, come pronosticato da Renzo Cappellaro, vicentino, che è a Nuoro vive uno dei momenti più interessanti da allenatore, dopo essere stato in campo tra i protagonisti della prima scalata del Cagliari in “A”. Zara entra nel cuore dei tifosi: «Ero il beniamino degli ultrà del tempo».

La Nuorese è da sette anni in quarta serie nazionale. Ha lanciato nel calcio professionistico Pietro Paolo Virdis, ma anche Giampaolo Grudina, che arriverà alla serie “A” col Pisa, e Gigi Natale, di Orotelli, poi acquistato dal Cagliari. «Un’ottima squadra – è il giudizio di Zara – con elementi di categoria. Se proprio debbo nominarne qualcuno – aggiunge – cito i cagliaritani Chicco Piras e Tore Mura, il “rosso”, due giocatori che per tecnica e intelligenza erano adatti per categorie superiori».

Il campionato vede alla fine i verdazzurri a metà classifica. Non così la stagione successiva, che coincide con la retrocessione in Promozione regionale. L’ex Berretti del Cagliari, cresciuto con le cure del campione d’Italia, Mario Martiradonna, nel frattempo si è guadagnato il posto da titolare, aiutato dal vigore fisico, dribbling stretto e senso del gol. Lo conferma nelle cinque stagioni successive, tra Promozione e serie “D” regionale. Ha estimatori anche tra i selezionatori dei dilettanti. Romolo Alzani lo chiama per preparare la tournèe negli Stati Uniti. Ma non è fortunato: «Nell’ultimo allenamento all’Acqua Acetosa, a Roma, mi feci male e il tecnico decise di non farmi partire». Per il centravanti di Soleminis una delusione, che brucia: «Tutto era pronto, anche l’abito d’ordinanza». Ma c’è la Nuorese dove asciugare le lacrime e ritrovare gli entusiasmi.

Zara è in verdazzurro anche nella galoppata del 1983, che porta in “C2”: «Quella squadra era il meglio che si potesse vedere in Sardegna». Per l’attaccante ci sono ancora campionati d’Interregionale ed Eccellenza, in giro per l’isola. Prima del rientro a casa e il lavoro all’Alcatel. Oltre al cantiere, anche il campo, alla guida dei ragazzi, che a Quartu Sant’Elena porta alla vittoria del campionato Giovanissimi. Segue sempre il calcio: «Credo sia giusto far ripartire anche i dilettanti. Per quanto riguarda la Nuorese – commenta – è attardata in classifica e non sarà facile inserirsi nella lotta al vertice di Eccellenza».

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