La Nuova Sardegna

Sport

Tutto Dinamo

«Dinamo insidiosa anche per l’Olimpia»

Andrea Sini
«Dinamo insidiosa anche per l’Olimpia»

Gigi Datome presenta il big match del 14 aprile al palazzetto

13 aprile 2021
4 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. «Sassari è un’altra tappa del nostro percorso. La stagione è lunghissima e ci stiamo avvicinando al momento in cui gli errori non verranno più perdonati». Domani sera 14 aprile al PalaSerradimigni la Dinamo si troverà di fronte l’Olimpia Milano, nell’ennesima replica di una sfida che ha animato l’ultimo decennio della massima serie di basket. Con le Scarpette rosse, un sardo che sfida i sardi a otto anni dall’ultima volta, con la Virtus Roma.

Gigi Datome, bentornato in Sardegna.

«Grazie. In realtà sono stato fermo per qualche giorno per un problemino fisico, valuteremo soltanto nelle prossime ore se sarà il caso di giocare oppure aspettare».

Arrivate a questo confronto dopo la sconfitta di Brindisi, che vi ha raggiunti e superati in vetta alla classifica.

«Sicuramente non stiamo attraversando un momento brillante, ultimamente abbiamo perso diverse gare in campionato e dobbiamo preoccuparci di sistemare alcune cose».

Non si può certo dire che per voi sia un’annata infelice.

«Certo che no: ci siamo guadagnati i playoff dell’Eurolega, abbiamo messo due trofei in bacheca e la stagione è lunghissima, quindi sappiamo che certi momenti possono capitare. Resta il fatto che bisogna credere nel lavoro ed essere lucidi per capire dove bisogna migliorare».

Domani sarà la vostra partita ufficiale numero 70...

«Sì, ma dobbiamo rivedere diverse cose che non hanno necessariamente a che fare con la stanchezza; ci serve ritrovare la fiducia e la serenità che possono arrivare con una partita fatta bene, con una bella vittoria. Ecco, abbiamo un po’ bisogno di questo».

Di fronte ci sarà una Dinamo che ha a sua volta un po’ di problemi da risolvere.

«Questo non lo so, posso dire che Sassari è una squadra che gioca con fiducia in tutti i suoi elementi, come è normale che sia con un coach come Pozzecco. Hanno tante armi: Spissu sta disputando una stagione super, ha le chiavi della squadra in mano e detta i ritmi; Bilan è un punto di riferimento importante, Bendzius sta facendo grandi cose e tutti gli altri, a partire da Gentile e Burnell, giocano con fiducia e personalità e sanno quando serve prendersi responsabilità».

Dopo due anni in Nba e cinque in Turchia, come ha ritrovato il campionato italiano?

«La serie A in parte è diversa, ci sono meno squadre del sud e purtroppo non ho ancora potuto rivedere i palazzetti pieni di calore e passione che ricordo. Al tempo c’era una sola squadra che dominava ed era Siena, mentre in questi anni oltre a Milano ci sono state realtà come Sassari e Venezia, ma anche Cremona con la coppa Italia, che hanno dimostrato di poter vincere anche senza avere necessariamente il budget più alto».

Sta dicendo che quest’anno la favorita non è Milano?

«No, certo. Noi siamo ovviamente i favoriti ma dietro ci sono squadre che giocano bene, a partire da Brindisi e Virtus Bologna, oltre a Venezia e alla stessa Dinamo. Il segreto, come ogni anno, sarà è farsi trovare pronti al momento del dunque».

E dal punto di vista personale come va?

«Ero andato via dalla serie A come Mvp, ma con l’amaro in bocca di una finale scudetto persa. Il mio obiettivo, come ho detto sin dall’inizio, era tornare e cercare di essere partecipe dei successi della squadra. Per ora sto dando una mano, in attesa della parte più importante della stagione, sia in campionato che in Eurolega. In questo caso abbiamo centrato un obiettivo importante e abbiamo l’opportunità di fare qualcosa di molto bello. Arrivare alla Final Four sarebbe una figata».

È più esigente Messina o Obradovic?

«Entrambi, in modo diverso. Messina, non lascia nulla al caso, cerca di fare tutto ciò che è nelle sue potenzialità per far lavorare e girare al meglio squadra e staff. Abbiamo una macchina molto ben organizzata per affrontare una stagione così impegnative e lui ha grandi meriti in questo. Esige sempre il massimo, come Obradovic, non esiste un possesso che lui non voglia eseguito alla perfezione. Non è sempre possibile, ovviamente, ma lui ci spinge comunque per ottenere l’intensità massima».

Tornerà a giocare con la Nazionale?

«Se sarò a posto fisicamente ci sarò. In fin dei conti manca poco, ma tanto, nel senso che prima ci sono ancora tanti impegni».
 

In Primo Piano
L’intervista

Giuseppe Mascia: «Cultura e dialogo con la città, riscriviamo il ruolo di Sassari»

di Giovanni Bua
Le nostre iniziative