«Che toste le ragazze Dinamo È stato un match point da brividi»
di Gianna Zazzara
La capitana Arioli e coach Restivo raccontano l’avventura nel primo anno nella massima serie «Il nostro è stato un miracolo sportivo, a un certo punto non ci davano più credito. Sbagliavano»
26 aprile 2021
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SASSARI. «Che fatica questa serie A, direi che ce la siamo proprio sudata». La capitana della Dinamo Women Cinzia Arioli, al PalaSerradimigni per applaudire i colleghi maschi, non sta nella pelle dopo la vittoria di sabato scorso in gara 3 contro Broni e la conferma nella massima serie femminile del campionato di basket. «È stato un campionato duro ma alla fine abbiamo agguantato la salvezza, era il nostro obiettivo fin dall’inizio. Quando sabato scorso abbiamo vinto siamo scoppiate in lacrime, è stato emozionante, si sono commosse pure le americane».
Per le biancoblù questo è stato il primo campionato nella serie A1 di basket femminile, una decisione del presidente Stefano Sardara che ha fortemente creduto nel progetto. «E per questo ringraziamo tutta la società –dice la capitana a nome del gruppo–. Siamo sulla strada giusta. Questa è una squadra giovane che imparerà strada facendo. Ci è mancato qualcosa sotto il profilo dell’esperienza e questo lo abbiamo scontato contro le squadre più attrezzate. Però abbiamo compensato con la compattezza e l’aggressività e questo risultato ne è la dimostrazione».
Covid e infortuni. A dettare la linea è stata proprio lei, capitana e veterana del gruppo, che a 37 anni ancora si diverte a fare canestro. «Quella di sabato contro Broni è stata una delle più belle partite della mia carriera, eravamo sotto di 20 punti ma sapevamo che la partita la avremmo portata a casa. È stata una grande gioia». Anche perchè a un certo punto sembrava che tutto congiurasse contro la Dinamo. «Il campionato è partito bene, poi due mesi e mezzo da incubo tra infortuni e Covid. L’abbiamo passato in tanti, tra giocatrici e staff, e non è stata una passeggiata. Anche per chi come me stava apparentemente bene, il periodo post-Covid è stato un disastro. Dopo 20 giorni di stop totale, la ripartenza è stata durissima». Poi la svolta. «È strano a dirsi, ma la chiave è stata una sconfitta, la partita persa in casa col Lucca, da lì abbiamo imboccato la strada giusta. Eravamo consapevoli di essere una squadra di serie A2 con tre straniere – ammette la capitana–, ma dopo quella sconfitta abbiamo deciso che avremmo fatto di tutto per tenerci stretta questa serie A, anche per ringraziare il presidente Sardara». E la testardaggine di queste ragazze ha colpito tutti. «I tifosi ci hanno fatto sentire il loro affetto sui social. Quanto ci sono mancati quest’anno, speriamo di riverderli presto. Averli sugli spalti farebbe la differenza, soprattutto a Sassari».
Le straniere. A fare la differenza sono state anche le tre giocatrici straniere, le due americane Kennedy Burke e Sierra Calhoun e la slovacca Michaela Fekete. E proprio la Burke è stata la punta di diamante della squadra. «La miglior marcatrice di tutto il campionato – dice orgoglioso il coach Antonello Restivo–. Le straniere sono importanti nella dinamica di una squadra, ma le ragazze sono state tutte davvero brave. Hanno dimostrato determinazione e coraggio, sono felicissimo per loro».
I dilemmi del coach. Anche per Restivo il campionato è stato una montagna dura da scalare. «Il momento più buio? Quando, al rientro dal Covid, abbiamo avuto partite difficili. Come se non bastasse, due brutti infortuni per Arioli e Fekete. Ma non ho mai smesso di crederci perché sapevo quanto erano toste le mie ragazze. Non ho mai visto né rassegnazione nè scoramento e sarebbe stato comprensibile visto tutto quello che ci stava capitando tra Covid, infortuni e sconfitte . Invece la squadra si è compattata ancora di più e ha capito che bisognava reagire. Le ragazze ci hanno messo pazienza e dedizione e si sono messe in gioco: giù a lavorare duro e i risultati alla fine sono arrivati».
Anche l’anno prossimo in serie A. «Nel primo anno di questa avventura era importante ottenere questo risultato . Direi che è stato una sorta di miracolo sportivo, a un certo punto non ci davano più credito. Invece sbagliavano, li abbiamo fatti ricredere. Sabato siamo scesi in campo sapendo che in caso di sconfitta avremmo avuto un’altra possibilità di giocarcela contro il Battipaglia. Ma la verità è che volevamo festeggiare subito la salvezza e così è stato».
Restivo è un vero globetrotter della panchina, cagliaritano, dopo aver girato Italia ed Europa con i campionati maschili, ha deciso di allenare le donne. «È una bellissima esperienza, il basket femminile ha molti margini per crescere in termini di considerazione, soprattutto in Italia. Sono sicuro che ci riserverà molte sorprese. E no, non mi sono pentito di allenare le ragazze, anzi. ».
Ora l’obiettivo è costruire la squadra per il prossimo anno con coach Restivo confermato, anzi confermatissimo. «Sì, guiderò le biancoblù anche il prossimo anno. Mi auguro che sia un campionato diverso, con i palazzetti di nuovo pieni».
Infine un ringraziamento al presidente Stefano Sardara. «La Dinamo è un esempio – dice Restivo– . La società ha costruito passo dopo passo le sue fortune, non facendosi mai prendere dalla fretta, ma programmando. Un bello spot per tutto il nostro movimento».
Per le biancoblù questo è stato il primo campionato nella serie A1 di basket femminile, una decisione del presidente Stefano Sardara che ha fortemente creduto nel progetto. «E per questo ringraziamo tutta la società –dice la capitana a nome del gruppo–. Siamo sulla strada giusta. Questa è una squadra giovane che imparerà strada facendo. Ci è mancato qualcosa sotto il profilo dell’esperienza e questo lo abbiamo scontato contro le squadre più attrezzate. Però abbiamo compensato con la compattezza e l’aggressività e questo risultato ne è la dimostrazione».
Covid e infortuni. A dettare la linea è stata proprio lei, capitana e veterana del gruppo, che a 37 anni ancora si diverte a fare canestro. «Quella di sabato contro Broni è stata una delle più belle partite della mia carriera, eravamo sotto di 20 punti ma sapevamo che la partita la avremmo portata a casa. È stata una grande gioia». Anche perchè a un certo punto sembrava che tutto congiurasse contro la Dinamo. «Il campionato è partito bene, poi due mesi e mezzo da incubo tra infortuni e Covid. L’abbiamo passato in tanti, tra giocatrici e staff, e non è stata una passeggiata. Anche per chi come me stava apparentemente bene, il periodo post-Covid è stato un disastro. Dopo 20 giorni di stop totale, la ripartenza è stata durissima». Poi la svolta. «È strano a dirsi, ma la chiave è stata una sconfitta, la partita persa in casa col Lucca, da lì abbiamo imboccato la strada giusta. Eravamo consapevoli di essere una squadra di serie A2 con tre straniere – ammette la capitana–, ma dopo quella sconfitta abbiamo deciso che avremmo fatto di tutto per tenerci stretta questa serie A, anche per ringraziare il presidente Sardara». E la testardaggine di queste ragazze ha colpito tutti. «I tifosi ci hanno fatto sentire il loro affetto sui social. Quanto ci sono mancati quest’anno, speriamo di riverderli presto. Averli sugli spalti farebbe la differenza, soprattutto a Sassari».
Le straniere. A fare la differenza sono state anche le tre giocatrici straniere, le due americane Kennedy Burke e Sierra Calhoun e la slovacca Michaela Fekete. E proprio la Burke è stata la punta di diamante della squadra. «La miglior marcatrice di tutto il campionato – dice orgoglioso il coach Antonello Restivo–. Le straniere sono importanti nella dinamica di una squadra, ma le ragazze sono state tutte davvero brave. Hanno dimostrato determinazione e coraggio, sono felicissimo per loro».
I dilemmi del coach. Anche per Restivo il campionato è stato una montagna dura da scalare. «Il momento più buio? Quando, al rientro dal Covid, abbiamo avuto partite difficili. Come se non bastasse, due brutti infortuni per Arioli e Fekete. Ma non ho mai smesso di crederci perché sapevo quanto erano toste le mie ragazze. Non ho mai visto né rassegnazione nè scoramento e sarebbe stato comprensibile visto tutto quello che ci stava capitando tra Covid, infortuni e sconfitte . Invece la squadra si è compattata ancora di più e ha capito che bisognava reagire. Le ragazze ci hanno messo pazienza e dedizione e si sono messe in gioco: giù a lavorare duro e i risultati alla fine sono arrivati».
Anche l’anno prossimo in serie A. «Nel primo anno di questa avventura era importante ottenere questo risultato . Direi che è stato una sorta di miracolo sportivo, a un certo punto non ci davano più credito. Invece sbagliavano, li abbiamo fatti ricredere. Sabato siamo scesi in campo sapendo che in caso di sconfitta avremmo avuto un’altra possibilità di giocarcela contro il Battipaglia. Ma la verità è che volevamo festeggiare subito la salvezza e così è stato».
Restivo è un vero globetrotter della panchina, cagliaritano, dopo aver girato Italia ed Europa con i campionati maschili, ha deciso di allenare le donne. «È una bellissima esperienza, il basket femminile ha molti margini per crescere in termini di considerazione, soprattutto in Italia. Sono sicuro che ci riserverà molte sorprese. E no, non mi sono pentito di allenare le ragazze, anzi. ».
Ora l’obiettivo è costruire la squadra per il prossimo anno con coach Restivo confermato, anzi confermatissimo. «Sì, guiderò le biancoblù anche il prossimo anno. Mi auguro che sia un campionato diverso, con i palazzetti di nuovo pieni».
Infine un ringraziamento al presidente Stefano Sardara. «La Dinamo è un esempio – dice Restivo– . La società ha costruito passo dopo passo le sue fortune, non facendosi mai prendere dalla fretta, ma programmando. Un bello spot per tutto il nostro movimento».