«Torres, meno fronzoli e più punti»
di Sandra Usai
Giorico crede nella salvezza: «Ai giocatori ho detto che abbiamo un’impresa da compiere, e insieme ci riusciremo»
26 aprile 2021
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SASSARI
Alla fine Mauro Giorico e la Torres si sono ritrovati. A distanza di 9 anni dalla felice cavalcata in Eccellenza che portò alla serie D. E oggi quella categoria è chiamato a difenderla. L'ultima sconfitta interna ha spazzato via l'esperienza di Archimede Graziani sulla panchina rossoblù, lasciando la difficile missione salvezza in nuove mani: quelle dell'allenatore algherese, che ben conosce l'ambiente sassarese, le dinamiche di questo complicato campionato e le responsabilità che ne derivano.
Si aspettava una panchina a questo punto della stagione?
«Ci avevo ormai rinunciato, mi sarei aspettato una chiamata un po' prima. Nel frattempo mi sono mio malgrado "disintossicato" dal calcio, le condizioni imposte dalla pandemia non consentivano l'accesso agli stadi e seguire qualche gara in streaming non è la stessa cosa».
Perchè ha detto sì alla Torres e ai suoi problemi?
«E' un'avventura che mi intriga, avrei potuto rimandare il rientro alla prossima stagione ma voglio essere utile alla causa rossoblù. Ci credo e ci spero, con la squadra e la società».
E' vero che era stato contattato già a dicembre, per sostituire Gardini, e aveva rifiutato?
«C'era stata una proposta e anche un incontro, ma in quel momento non c'erano i presupposti. Su alcuni punti, anche sul piano tecnico, non eravamo in sintonia»
Nei periodi di difficoltà sia della Torres che del Latte Dolce il suo nome spuntava sempre.
«Per la verità ero poco informato, anche se poi qualcuno che riferisce c'è sempre. Il Latte Dolce? Solo voci, non ci siamo mai incontrati e certo io non mi sono proposto a nessuna squadra. Non è nel mio carattere, mai l'ho fatto e mai lo farò».
I tifosi hanno espresso il loro apprezzamento per la scelta, giudicata però tardiva. Un segno di riconoscimento per quanto fatto con Lorenzoni?
«Mi ha fatto davvero piacere, sapevo di aver lasciato un buon ricordo nei sassaresi e ancora mi rammarico per non aver potuto continuare quel percorso. Ho sempre avuto grande rispetto per i colori rossoblù e per la piazza».
Che ne pensa di questo campionato a ostacoli, tra pause, rinvii e recuperi?
«Troppi stop, hanno complicato il cammino di tutti e la classifica non è mai stata veritiera. Sono rimasto sorpreso da alcune situazioni, ma in D non c'è mai niente di scontato».
La società le ha chiesto un gran finale.
«Nessuno ha parlato esplicitamente di salvezza ma è chiaro che sarà il nostro traguardo. Sono arrivato per provarci ma i miracoli ancora non li so fare: la situazione richiede carattere e questo cercherò di trasmettere ai ragazzi. Abbiamo un'impresa da compiere, insieme».
Superfluo parlare di gioco, ormai conta solo fare risultato.
«Proverò a dare un'impronta precisa alla squadra, magari intervenendo sul modulo tattico. Chiedo più concretezza e meno fronzoli. Guardarsi allo specchio non serve, meglio curare la fase difensiva senza per questo rinunciare al gioco».
Con la salvezza, si potrebbe pensare a un Giorico-bis?
«Perchè no? Intanto pensiamo a tirarci fuori dai guai, poi si tireranno le somme».
Alla fine Mauro Giorico e la Torres si sono ritrovati. A distanza di 9 anni dalla felice cavalcata in Eccellenza che portò alla serie D. E oggi quella categoria è chiamato a difenderla. L'ultima sconfitta interna ha spazzato via l'esperienza di Archimede Graziani sulla panchina rossoblù, lasciando la difficile missione salvezza in nuove mani: quelle dell'allenatore algherese, che ben conosce l'ambiente sassarese, le dinamiche di questo complicato campionato e le responsabilità che ne derivano.
Si aspettava una panchina a questo punto della stagione?
«Ci avevo ormai rinunciato, mi sarei aspettato una chiamata un po' prima. Nel frattempo mi sono mio malgrado "disintossicato" dal calcio, le condizioni imposte dalla pandemia non consentivano l'accesso agli stadi e seguire qualche gara in streaming non è la stessa cosa».
Perchè ha detto sì alla Torres e ai suoi problemi?
«E' un'avventura che mi intriga, avrei potuto rimandare il rientro alla prossima stagione ma voglio essere utile alla causa rossoblù. Ci credo e ci spero, con la squadra e la società».
E' vero che era stato contattato già a dicembre, per sostituire Gardini, e aveva rifiutato?
«C'era stata una proposta e anche un incontro, ma in quel momento non c'erano i presupposti. Su alcuni punti, anche sul piano tecnico, non eravamo in sintonia»
Nei periodi di difficoltà sia della Torres che del Latte Dolce il suo nome spuntava sempre.
«Per la verità ero poco informato, anche se poi qualcuno che riferisce c'è sempre. Il Latte Dolce? Solo voci, non ci siamo mai incontrati e certo io non mi sono proposto a nessuna squadra. Non è nel mio carattere, mai l'ho fatto e mai lo farò».
I tifosi hanno espresso il loro apprezzamento per la scelta, giudicata però tardiva. Un segno di riconoscimento per quanto fatto con Lorenzoni?
«Mi ha fatto davvero piacere, sapevo di aver lasciato un buon ricordo nei sassaresi e ancora mi rammarico per non aver potuto continuare quel percorso. Ho sempre avuto grande rispetto per i colori rossoblù e per la piazza».
Che ne pensa di questo campionato a ostacoli, tra pause, rinvii e recuperi?
«Troppi stop, hanno complicato il cammino di tutti e la classifica non è mai stata veritiera. Sono rimasto sorpreso da alcune situazioni, ma in D non c'è mai niente di scontato».
La società le ha chiesto un gran finale.
«Nessuno ha parlato esplicitamente di salvezza ma è chiaro che sarà il nostro traguardo. Sono arrivato per provarci ma i miracoli ancora non li so fare: la situazione richiede carattere e questo cercherò di trasmettere ai ragazzi. Abbiamo un'impresa da compiere, insieme».
Superfluo parlare di gioco, ormai conta solo fare risultato.
«Proverò a dare un'impronta precisa alla squadra, magari intervenendo sul modulo tattico. Chiedo più concretezza e meno fronzoli. Guardarsi allo specchio non serve, meglio curare la fase difensiva senza per questo rinunciare al gioco».
Con la salvezza, si potrebbe pensare a un Giorico-bis?
«Perchè no? Intanto pensiamo a tirarci fuori dai guai, poi si tireranno le somme».