La Nuova Sardegna

LA CALETTA. Il boato alla parata di Donnarumma, poi la festa nella borgata turistica della Caletta, più Europea di tanti altri luoghi. E il paese di Salvatore Sirigu si è spellato le mani quando si è presentato a ritirare la medaglia avvolto dalla bandiera dei Quattro mori. Gli evviva si sono levati ancora più alti dalla casa di via Palermo dove alcuni familiari del portierone azzurro e del Torino hanno assistito alla finale. I fratelli Andrea, Giampaolo e Veronica, i genitori Paola e Adriano hanno seguito in diretta la gara, per scaramanzia ciascuno da dove aveva già portato fortuna all'Italia. Andrea con la fidanzata e mamma Paola a casa, Veronica e Giampaolo al Malibù, il locale gestito da amici di infanzia di Salvatore con le pareti arredate da gigantografie del campione. Papà Adriano si è ritrovato da Meloni e Fresu con il solito gruppo di amici.

«A parte le gare di Roma e Monaco, che Veronica e Giampaolo hanno visto dal vivo, seguivamo le partite sempre dallo stesso posto - dice Andrea - quindi anche per la finale... Salvatore poi lo abbiamo sentito a sprazzi con alcuni messaggi, abbiamo provato a chiamarlo ma la ricezione era pessima. So che si è riposato solo un attimo ieri mattina dopo l'arrivo a Roma ma poi il gruppo ha avuto una giornata impegnativa».

Salvatore sarà presto a La Caletta? «Ancora non sappiamo nulla - risponde Andrea -, certo avrà voglia di staccare la spina. Quando viene in Sardegna fa base a casa sua a San Teodoro ma passerà a trovarci». Così La Caletta potrà abbracciarlo, come hanno fatto gli azzurri. Salvatore è l'uomo chiave dello spogliatoio dell'Italia. Prima della finale ha proiettato un video con tutti i messaggi inviati dai familiari a tutti i giocatori. Applausi.