La Nuova Sardegna

Sport

Tutto Dinamo

«Pronto a tutto per il bene della Dinamo»

di Andrea Sini
«Pronto a tutto per il bene della Dinamo»

Il presidente Stefano Sardara: «Abbiamo piena fiducia in Cavina e nel gruppo, ma tutti rendono conto del loro operato»

10 novembre 2021
4 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. «Andiamo avanti con serenità, pronti a tutto per il bene esclusivo della Dinamo. È soprattutto per questo che lunedì sera sono salito in sala stampa: c’erano diversi punti che andavano assolutamente chiariti».

Una mano sull’idrante dell’acqua, l’altra sul grilletto, dopo avere rinnovato la fiducia a Demis Cavina e avere sgomberato il campo da qualche equivoco, Stefano Sardara torna sulle dichiarazioni rilasciate dopo la bella vittoria ottenuta dai biancoblù sul Riesen Ludwigsburg.

Il ritiro continua, ma si va avanti con il coach. Nessun ripensamento, dunque.

« Confermo che non si tratta di un ritiro punitivo ma di un momento necessario alla squadra e allo staff per ritrovarsi. In fondo quest’estate, e su questo magari dobbiamo fare ammenda, non abbiamo fatto un vero ritiro e forse è anche per questo che stiamo pagando a livello di chimica di squadra».

Dopo la gara di sabato con Trieste la situazione sembrava precipitata. In quelle 48 ore Cavina ha rischiato l’esonero?

«No, perché ha la fiducia mia, del giemme e come si è visto in campo lunedì anche della squadra. Il rapporto tra giocatori e staff è ottimo, remano dalla stessa parte. Non ho neanche problemi a ripetere che la priorità è il bene della Dinamo: Demis non deve restare a dispetto dei santi, ma se non c’è necessità di cambiare guida tecnica non mi sembra il caso di spingere in quella direzione. Partite come quella con i tedeschi dimostrano che le soluzioni la squadra le ha già al suo interno».

C’è comunque un grosso problema con Clemmons. Zero minuti nel secondo tempo con Trieste, zero minuti contro Ludwigsburg. C’è un taglio in arrivo?

«Se c’è da fare una scelta forte la si farà, è già capitato in passato ed è nelle dinamiche di una squadra. Ma a queste cose non devo pensare io, Cavina e Pasquini faranno insieme le loro valutazioni. Torno ancora al discorso di partenza: viene prima il bene della società, quindi se un tesserato non ricopre nel migliore dei modi il ruolo per il quale è stato chiamato, si può anche prendere una decisione drastica».

Ha parlato con il giocatore?

«Con lui ho avuto sinora un ottimo rapporto, l’ho sempre gestito come tutti gli altri con estremo rispetto. Ma una cosa è la relazione tra presidente e giocatore, un’altra è la prestazione in campo. Su questo non metto bocca. Si deciderà nelle prossime ore».

Perché ha deciso di presentarsi in sala stampa dopo l’ultima partita?

«Visto che c’è stato un periodo di difficoltà, la priorità è non esporre coach e e giocatori a situazioni non utili per migliorare la situazione. E anche per spiegare certe situazioni a qualcuno che non le aveva capite».

Si riferisce ai “lupi” dei quali ha parlato? Chi sono?

«Loro lo sanno, e anche io. Solo che dietro la porta non hanno trovato un agnello ma il cacciatore».

Qua si va sull’ermetismo spinto, ma c’è tutta una piazza che vorrebbe solo un po’ di chiarezza sul futuro suo e della Dinamo.

«Infatti io e i miei collaboratori abbiamo rilevato che nell’ultimo periodo c’era un po’ di confusione. Chiarisco ulteriormente: nei mesi scorsi ho raccontato il mio progetto di vita, che prevede un disimpegno dalla società. Ma non è che per coronare un progetto, il mio personale, allora ne mando in frantumi un altro che ha richiesto un decennio di impegno e sacrifici».

Appunto: questo passaggio sino a lunedì non era stato esplicitato e ci può stare che i tifosi si siano preoccupati.

«Se ci sarà da spostare i miei progetti personali avanti di un anno o due lo farò. Tre, onestamente, spero di no. Se poi nel frattempo si presenta qualcuno tanto meglio. Io in ogni caso spingerò sino all’ultimo giorno in cui sarò alla guida della Dinamo, per il tempo che sarà necessario a garantire una successione degna della società. Per il rispetto non solo dei tifosi, ma anche delle tante persone che ci lavorano».

L’obiettivo dunque è ripartire di slancio?

«Stiamo lentamente tornando alla normalità e speriamo di non dover tornare indietro ai momenti durissimi di questi ultimi due anni. Abbiamo di nuovo i nostri tifosi sugli spalti, abbiamo fiducia di riavere gli impianti aperti al 100%. E poi, con la tipica mentalità del nostro territorio, nel momento di difficoltà gli aiuti si sono moltiplicati: non solo la quasi totalità degli sponsor storici ha confermato il proprio impegno, ma ne sono arrivati di nuovi. Direi che ce n’è abbastanza per essere ottimisti».

Ora servirebbe anche una bella striscia di vittorie.

«La squadra sta attraversando un momento di difficoltà e la vittoria di lunedì da sola non le cancella. Ma i momenti complicati quando si apre un nuovo ciclo sono fisiologici. Succede anche nelle altre piazze, mica solo a Sassari. Fa parte di ogni percorso, noi siamo qui a vigilare e a cercare di fare il meglio per la Dinamo. E come dico sempre, la fiducia è il primo ingrediente».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Il discorso programmatico

Alessandra Todde in Consiglio regionale: «Da oggi si comincia a costruire il sistema Sardegna»

di Umberto Aime
Le nostre iniziative