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Rolando Maran: «Il Cagliari resterà in serie A»

di Roberto Muretto
Rolando Maran: «Il Cagliari resterà in serie A»

L’ex tecnico ha fiducia nei rossoblù: «Mazzarri l’uomo giusto per risolvere i problemi»

19 novembre 2021
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CAGLIARI. Rolando Maran soffre. Sì, perchè mai nella sua carriera è stato fermo così a lungo. «Ho voglia di campo - racconta l’ex allenatore del Cagliari - Spero di rientrare presto nel giro». Il mister trentino studia. Va a vedere dal vivo le partite, le guarda in televisione, si tiene aggiornato. E naturalmente segue con attenzione anche i rossoblù che non se la passano bene. «Non mi aspettavo di vederli all’ultimo posto a questo punto della stagione - sottolinea - Ritengo che il Cagliari abbia un organico di buon livello, ecco perchè sono sorpreso. Credo che si tratti di una situazione temporanea, sapranno reagire e tirarsi fuori dai guai».

Che cosa è successo il 17 dicembre del 2019 dopo la rocambolesca sconfitta in casa con la Lazio. Da quel momento il Cagliari sembra quasi non si sia ancora ripreso.

«Non mi permetto di entrare nel merito di quanto accaduto dopo il mio addio. Quando io ero l’allenatore, le aspettative erano alte e non c’è dubbio che quella sconfitta ha lasciato scorie. Allora serviva la reazione che purtroppo non c’è stata ma anche per colpa degli episodi poco fortunati».

Un alone di negatività che ancora la squadra si porta dietro. Come si fa a superare questi momenti?

«La penso come Mazzarri, l'unica medicina è il lavoro. Cagliari è un ambiente che ti permette di lavorare serenamente. L’ allenatore è preparato, ha le idee chiare e darà tutto per riportare la squadra in acque tranquille. Vedrete che metterà a posto le cose. I presupposti ci sono, sia dal punto di vista societario, ambientale e tecnico. I tifosi sono molti vicini, è un valore aggiunto».

Sei punti dopo 12 giornate sono pochissimi, scommetterebbe sulla salvezza?

«Scommetterei e vincerei la scommessa. Su questo non ho il minimo dubbio».

Si sente ancora con i dirigenti del Cagliari?

«Ho rapporti sani, veri, di rispetto e reciproca stima. È un ambiente a cui sono affezionato, sentimento che va oltre l'epilogo del mio rapporto. Sono sempre grato a chi mi dà la possibilità di lavorare. Quindi non posso che essere riconoscente al presidente e a una società seria e organizzata».

Cambiamo argomento: l'Italia per andare al Mondiale dovrà vincere i playoff.

«Hanno influito la condizione fisica di alcuni giocatori e i tanti infortuni che ha privato Mancini di uomini fondamentali. Dopo la vittoria All’Europeo ci può stare un calo di entusiasmo. È mancata quella magia che ha portato l’Italia a fare cose incredibili».

Ma al Mondiale in Qatar gli azzurri ci saranno?

«Io non voglio nemmeno pensare che saremo eliminati. L’Italia ha un'anima forte che verrà fuori nel momento del bisogno. Ai playoff si rivedranno i valori tecnici e morali del gruppo che Roberto Mancini ha formato. Ho sentito troppe critiche , tutto quello che è stato fatto non conta più?».

Barella è il miglior centrocampista italiano?

«Vado oltre, nel suo ruolo è tra i top al mondo. Nicolò ha una forza dentro incredibile che lo porta a dare il massimo. È un campione. In questo momento non è al cento per cento non riesce a dare tutto. Lui va oltre il massimo quando sta bene. Siamo abituati a vederlo giocare sempre al meglio, ma se non stai bene fisicamente è normale che si commettano degli errori».

Lo scudetto se lo giocano Napoli, Milan e Inter?

«L’Inter secondo me può recuperare lo svantaggio. Sono troppe le squadre che dovrebbero rallentare perchè la Juventus possa tornare in gioco. Ha tanti punti di ritardo, dovrebbe vincere quasi sempre. Il Milan fa bene da due anni ed è una realtà consolidata. Il Napoli con Spalletti ha trovato quadratura e continuità».

Quanto potrà incidere il mercato di gennaio?

«Dipende da chi arriva e da chi parte. Ho letto che tutti si stanno muovendo. Dirlo adesso è prematuro».

È stato contattato da qualcuno in questo periodo?

«Quando sei fuori vieni sempre accostato a qualche squadra. Non nego di avere avuto contatti ma solo per conoscersi, per capire la mia situazione. L’unica nota positiva quando sei inattivo è quella che puoi dedicare più tempo alla famiglia».

È più tornato in Sardegna?

«Questa estate ero in vacanza vicino a Pula e ci sono stato per molti giorni. Vengo spesso, ho molti amici nell’isola».

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