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Razvan Marin: «Cagliari credi in me ti porto sulla Luna»

Roberto Muretto
Razvan Marin: «Cagliari credi in me ti porto sulla Luna»

Il gran momento del rumeno. E arriva la figlia: Natalie Luna

11 febbraio 2022
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CAGLIARI. Determinato, idee chiare. Razvan Marin ha solo 25 anni ma può essere già considerato un veterano. La mezzala romena, insieme a Joao Pedro, è il giocatore che ha totalizzato più presenze con la maglia del Cagliari in stagione (23). Sono sessanta complessivamente. Ma ha anche già timbrato 36 volte il cartellino con la nazionale del suo Paese, con la quale ha esordito ad appena 19 anni, segnando un gol nella gara con l'Armenia. In questa chiacchierata parla a ruota liberadel passato, del presente e anche del futuro.

Mazzarri è come un martello pneumatico?

«Il mister è un motivatore, ci mette l'anima negli allenamenti. Sta attento ai dettagli, che poi ci rendiamo conto fanno la differenza. Ha ambizioni, fa le cose con scrupolo».

A lei cosa dice tutti i giorni?

«Dipende dalla partita che dobbiamo giocare, dall'avversario. Il mister mi spiega per filo e per segno quello che devo fare in campo».

Il primo impatto con l’allenatore come è stato?

«C'erano pochi giorni per preparare la partita con la Lazio. Ricordo che si è messo subito al lavoro per trasmetterci i suoi concetti di calcio. Ho capito immediatamente che era arrivato un tecnico di grande valore».

Due stagioni al Cagliari e tantissimi problemi, perchè secondo lei?

«Complicato dare una spiegazione. Gli infortuni e il Covid hanno inciso. La scorsa stagione è stata più o meno uguale, speriamo di raggiungere lo stesso risultato. Noi ci siamo confrontati e detti che dobbiamo stare più sereni».

Quando andava tutto male, il suo pensiero era...

«Lavorare di più e guardare avanti. Solo così puoi uscire da queste situazioni».

Che cosa è cambiato nell'ultimo mese?

«Intanto è migliorata la qualità del nostro gioco. Forse siamo più uniti, più cattivi sul piano agonistico e la testa è un po' più libera. Forse siamo anche più concentrati. I risultati ti danno fiducia, c'è un ambiente migliore nello spogliatoio. Prima si vedevano musi lunghi ma è normale quando sei in difficoltà».

Vincere a Bergamo può essere stata la svolta?

«Speriamo. Non abbiamo fatto ancora nulla, anche se prendere i tre punti sul campo dell'Atalanta non è da tutti. Ora dobbiamo continuare così e ripeterci a Empoli».

La scintilla che vi ha fatto capire che la salvezza è alla vostra portata?

«La forza del gruppo, perchè tutti stiamo dando il cento per cento. Questo aiuta a vincere le partite. La strada è lunga e lo sappiamo. Tra noi giocatori c'è un bel dialogo».

Il compagno col quale vi capite al volo?

«Durante la partita Con Joao Pedro ci intendiamo a meraviglia, ma comunque ho un bel rapporto con tutti».

Barella è il centrocampista più forte in Italia?

«Uno dei più forti, sta facendo cose importanti. Più o meno abbiamo le stesse caratteristiche, è una mezzala come me. Vede il gioco, ha cattiveria agonistica, corre tanto. E' un centrocampista moderno».

Domenica andate a Empoli, possibile un altro exploit?

«Ci proveremo. Partita difficile contro un avversario che esprime un bel calcio. Mi aspetto le stesse difficoltà di Bergamo. Dovremo essere bravi a sfruttare le nostre qualità».

Il ricordo che le torna spesso in mente?

«L'anno scorso contro il Parma, quando abbiamo ribaltato l'1-3. Sono momenti speciali nella vita. Ma penso spesso anche all'esordio in nazionale. Ora i miei pensieri sono rivolti a Crina, la mia compagna, e alla bambina che stiamo per avere. Abbiamo già scelto il nome, si chiamerà Natalie Luna».

È superstizioso?

«Non tanto. Non ho riti da fare prima della partita».

Qual è il lato più positivo della sua esperienza in Italia?

«Ho imparato tantissimo sul piano tattico. Stare qui mi piace e poi qui nascerà la mia bambina. Basta questo per dire quanto sono legato alla Sardegna».

Ha mai delle insicurezze?

«Provo sempre ad essere positivo. Nella vita hai sempre qualcosa da apprendere e io lo faccio tutti i giorni».

Quanto usa i social?

«Non passo ore su Internet».

Il suo campione di sempre di tutti gli sport?

«Michael Jordan. Ho visto su Netflix la serie su di lui, The Last Dance. Grande uomo, grande leader. Sono rimasto affascinato dal modo come parlava con i compagni, cercava sempre di tirare fuori il massimo da ognuno di loro. Che personalità».

Cagliari città, la cosa che le piace di più?

«Il clima. Le temperature sono gradevoli, ideali per allenarsi e giocare a calcio».

Cibi sardi, ha imparato ad apprezzarli?

«Mi piace la seada. Non ricordo dove l'ho mangiata per la prima volta ma da allora quando posso la prendo».

Il suo futuro da calciatore è ancora in Sardegna?

«Alzi la mano chi conosce il proprio futuro. Ora sono al Cagliari e il mio lavoro consiste nell'aiutare la squadra a conquistare la salvezza. Il mio contratto scade nel 2025. Qui sto bene, i tifosi mi piacciono, sanno stimolarci e motivarci».

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