Olbia nel limbo ma ai tifosi non importa
di Paolo Ardovino
A cinque turni dalla fine bianchi ancora a metà strada fra playoff e playout, e preoccupa l’indifferenza della città
21 marzo 2022
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OLBIA. In qualche modo è la stagione dei tanti ultimatum, e poche volte l’Olbia ha saputo rispondere a dovere. Questo potrebbe essere, pericolosamente, l’ultimo. Perché dopo il pari casalingo a reti inviolate di sabato contro il Siena, la classifica continua a tenere i bianchi in bilico nella zona di mezzo, al 13°posto. Le ali dell’entusiasmo si sono chiuse, dopo l’impresa contro il Modena capolista si sono susseguiti una sconfitta e due pareggi. Mancano cinque turni alla conclusione del girone B di serie C, l’Olbia affronterà Teramo, Pontedera, Vis Pesaro, Fermana, Grosseto. Tutti possibili avversari diretti. Per cosa? Per un posto tra i primi dieci o per gli spareggi per evitare la retrocessione, questo si capirà «partita dopo partita» come il mantra del tecnico Max Canzi.
Così un’istituzione del calcio olbiese, l’indimenticato capitano Ernesto Truddaiu: «Non commento. E quante partite ha vinto l’Olbia in casa…?». Interpellato per tastare l'umore generale, sono interessanti le riflessioni dello storico dirigente del club gallurese Francesco Sotgiu, rimasto comunque tra i principali sostenitori dell'Olbia. Sullo scontro col Siena, guarda l’altra faccia della medaglia, «le due squadre hanno avuto paura di perdere, ma a parità di classifica sono loro che hanno investito tanto. Noi potevamo essere giustificati». A quota 37 punti, l'asticella simbolica della salvezza è vicina. E pensare che mesi fa si ragionava dritti sui playoff, «serve un occhio vigile per guardarsi dietro, altroché. Sabato, per dire, tra le squadre nella zona bassa hanno praticamente vinto tutte». Dovendo fare un sunto della stagione, tra i promossi cita la «sorpresa Boccia», Lella «per la continuità», La Rosa «non perché olbiese, ma perché sta dimostrando di poter dare il massimo in qualsiasi ruolo, è un punto fermo» e capitano Pisano: «sempre a disposizione quando viene chiamato in causa, è un giocatore incredibile. Tutti dovrebbero prendere esempio da lui».
L’argomento più spinoso esce però dal campo e gira i riflettori sugli spalti. Sostiene Sotgiu: «Con rammarico da tifoso olbiese faccio un paragone semplice: se la Torres fosse in serie C, allo stadio ogni domenica andrebbero 3-4mila tifosi. È una cosa che invidio, basti vedere che ora contro avversari molto modesti si presentano sempre molto numerosi». Col Siena, al “Nespoli”, c’erano 250 tifosi e passi che la giornata era davvero pessima. Contro il Pescara poco meno di 500, ed è praticamente la media di tutta la stagione. «Vedo del disamore, eppure bisogna riconoscere che senza questa dirigenza giocheremmo campionati minori. Si parla tanto di mancanza di olbiesità – chiosa Francesco Sotgiu – ma gli olbiesi dovrebbero stringersi attorno a questa squadra. Forse è un problema generale di apatia della città. Mi dispiace però che persino il settore giovanile, che conta centinaia di ragazzi, manchi all’appello. Non vanno allo stadio nemmeno loro».
Così un’istituzione del calcio olbiese, l’indimenticato capitano Ernesto Truddaiu: «Non commento. E quante partite ha vinto l’Olbia in casa…?». Interpellato per tastare l'umore generale, sono interessanti le riflessioni dello storico dirigente del club gallurese Francesco Sotgiu, rimasto comunque tra i principali sostenitori dell'Olbia. Sullo scontro col Siena, guarda l’altra faccia della medaglia, «le due squadre hanno avuto paura di perdere, ma a parità di classifica sono loro che hanno investito tanto. Noi potevamo essere giustificati». A quota 37 punti, l'asticella simbolica della salvezza è vicina. E pensare che mesi fa si ragionava dritti sui playoff, «serve un occhio vigile per guardarsi dietro, altroché. Sabato, per dire, tra le squadre nella zona bassa hanno praticamente vinto tutte». Dovendo fare un sunto della stagione, tra i promossi cita la «sorpresa Boccia», Lella «per la continuità», La Rosa «non perché olbiese, ma perché sta dimostrando di poter dare il massimo in qualsiasi ruolo, è un punto fermo» e capitano Pisano: «sempre a disposizione quando viene chiamato in causa, è un giocatore incredibile. Tutti dovrebbero prendere esempio da lui».
L’argomento più spinoso esce però dal campo e gira i riflettori sugli spalti. Sostiene Sotgiu: «Con rammarico da tifoso olbiese faccio un paragone semplice: se la Torres fosse in serie C, allo stadio ogni domenica andrebbero 3-4mila tifosi. È una cosa che invidio, basti vedere che ora contro avversari molto modesti si presentano sempre molto numerosi». Col Siena, al “Nespoli”, c’erano 250 tifosi e passi che la giornata era davvero pessima. Contro il Pescara poco meno di 500, ed è praticamente la media di tutta la stagione. «Vedo del disamore, eppure bisogna riconoscere che senza questa dirigenza giocheremmo campionati minori. Si parla tanto di mancanza di olbiesità – chiosa Francesco Sotgiu – ma gli olbiesi dovrebbero stringersi attorno a questa squadra. Forse è un problema generale di apatia della città. Mi dispiace però che persino il settore giovanile, che conta centinaia di ragazzi, manchi all’appello. Non vanno allo stadio nemmeno loro».