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Harakiri del Cagliari a Marassi

di Enrico Gaviano
Harakiri del Cagliari a Marassi

Rossoblù sconfitti dal Genoa a segno all’89 con Badelj: la strada per la salvezza si fa dura

25 aprile 2022
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INVIATO A GENOVA. C’è rabbia, delusione, sconcerto. Il Cagliari ha perso nel peggiore dei modi contro il Genoa una partita che avrebbe potuto e dovuto almeno pareggiare. L’epilogo è di quelli che riassumono la stagione travagliata rossoblù: al 44’ della ripresa, dopo un 2° tempo in cui le uniche occasioni buone le avevano costruite i giocatori di Mazzarri, Badelj trova uno spiraglio per un tiretto angolato su cui Cragno non può nulla. Finita, stop. Non c’è più tempo per recuperare. Il Cagliari esce scornato, a testa bassa a riflettere sull’ennesima fregatura in zona Cesarini, come già gli è capitato ripetutamente durante questo campionato.

Eppure la partita sembrava aver preso una china buona. Nel primo tempo, iniziato con la stessa formazione che aveva battuto il Sassuolo, con l’unica novità di Ceppitelli al posto dello squalificato Lovato, l’impeto del Genoa era stato più di forma che di sostanza. Gli avanti del Grifone erano riusciti infatti a partorire una sola occasione, con una conclusione di Amiri di poco fuori, con Cragno fuori causa

Nella ripresa il canovaccio cambiava. Blessin dopo aver provato Ekuban punta avanzata, inseriva il vecchio Destro. Ma era il Cagliari finalmente a condurre la danza e a sfiorare ripetutamente la marcatura, soprattutto con Joao Pedro, capace con un tiro dal limite di colpire un palo appena dopo 3 minuti, poi il brasiliano lanciava sulla verde prateria del Ferraris Keita che provava la conclusione trovando pronto alla ribattuta Sirigu, e Marin su quella palla vagante non riusciva a far altro che tirare fuori. Infine Rog, subentrato a Grassi, ha avuto a sua volta una buona palla con un tiro a lato.

Il bello è che dall’altra parte invece il Genoa non riusciva a cavare un ragno dal buco. Cercava con la spinta dell’emotività più che del gioco, di trovare l’azione buona per poter impegnare il portiere ospite, chiamato in causa pochissimo, se non nelle uscite in cui è stato assolutamente impeccabile.

Mazzarri faceva anche un po’ di rotazioni, inserendo di volta in volta Pavoletti, Rog, Walukiewicz e Nandez, redivivo dopo una lunghissima assenza. Mosse che davano al Cagliari energia. In realtà era solo una pia illusione. Perché il finale da incubo era dietro angolo. Una mischia, Rog che perde il tempo sul tiro di Badelj, e la partita costruita dei rossoblù sardi per 90’ è crollata, distrutta come un castello di sabbia aggredito dal mare.

Ora la situazione diventa molto grigia. Perché la classifica recita che il Cagliari a 28 punti si ritrova Genoa e Salernitana (con una gara in meno e in netta risalita), a soli 3 punti. A 22 c’è il Venezia che non riesce a uscire dalla crisi (otto sconfitte consecutive).

Il Cagliari però non è che stia facendo meglio. La vittoria sul Sassuolo evidentemente è stato un fuoco fatuo e riflettendo vediamo che la squadra di Mazzarri ha perso 6 delle ultime sette gare disputate, disperdendo il patrimonio di vantaggio e di fiducia pazientemente messi in piedi con gli exploit esterni a Genova con Samp, a Torino e a Bergamo. Il calendario vede i rossoblù impegnati sabato in casa contro il Verona, ma poi c’è la trasferta di fuoco a Salerno (tre vittorie nelle ultime tre gare per la squadra di Nicola), quindi l’Inter in casa che magari avrà ancora bisogno di punti per vincere il campionato e infine il Venezia in trasferta. Sofferenza infinita...

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