Dore, talento e gran carattere. È la Next Generation Dinamo
Il cugino di Chessa trascina l’U19 ma segna un libero... di troppo
Sassari Il primo tiro libero a un secondo dalla fine è clamorosamente sbagliato, l’altro invece dopo qualche tentennamento si infila nel cerchio: la Dinamo Academy U19 batte di un punto i pari età del Trieste. Ma accade qualcosa: l’autore del doppio tentativo dalla lunetta, Alessandro Dore, 17 anni compiuti pochi giorni prima, scoppia a piangere tra lo sconcerto del pubblico di Rovereto e di un telecronista il quale ha l’impressione che qualcosa gli stia sfuggendo nel racconto del finale del match. In effetti è così. Nell’ultima partita della fase di qualificazione della Next Generation Cup, che mette di fronte le giovanili dei club di Lega A, i ragazzi della Dinamo inseguivano la difficile impresa di qualificarsi per le Final Eight di Napoli, ma per riuscirci occorreva battere di 12 punti Trieste, in modo da passare per migliore differenza canestri. I biancoblù guidati da Roberto Zucca, con Riccardo Pisano autore di 28 punti e di 4 gare super (addirittura 36 nell’altra vittoria con Varese) e Dore di 19 in 15’ , non erano riusciti a staccare i giuliani e volevano assolutamente allungare il match andando all’overtime per tentare un break. Quei liberi a un amen dalla sirena non dovevano quindi essere realizzati. Troppo smaccato l’errore sul primo, sul secondo Dore voleva essere meno plateale (insomma, almeno il ferro tocchiamolo...), ma il killer instinct che lo caratterizza ha avuto per un attimo la meglio.
Resta comunque la soddisfazione per una squadra che ha sfiorato la qualificazione difficile, nonostante l’assenza di Stfano Piredda e l’innesto in extremis del prestito Barou. E per Alessandro, che ha riassaporato la gioia di giocare e segnare. Lui ha sempre respirato basket: figlio di Gianni Dore e nipote di Giuseppe, entrambi ex arbitri di basket, la madre è Roberta Mura, ex Sant’Orsola, il cugino un tale Massimo Chessa, da cui ha ereditato il Dna della tripla. Il suo torneo ha un altro retroscena: ha segnato il ritorno in campo a 344 giorni dall’incidente in cui si ruppe il crociato, il 14 marzo 2022. La sua voglia matta, fatte di alzatacce alle 6 per fare fisioterapia e allenamenti individuali, è stata solo rallentata da un problema al menisco a dicembre, tanto che sino all’ultimo la presenza alla Next era stata in dubbio. Ma ce l’ha fatta e le sue triple hanno portato avanti il sogno. Poco male, un carattere così è già una garanzia per un futuro da Gigante.