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Vent’anni fa l’apparizione di Nadal e Federer in Sardegna: il futuro del tennis era già scritto, ma non lo sapevamo


	La pagina del 21 luglio 2003 dedicata all'esibizione di Roger Federer a Olbia
La pagina del 21 luglio 2003 dedicata all'esibizione di Roger Federer a Olbia

Era il 2003. Il diciassettenne spagnolo perse in finale a Cagliari contro Volandri, oggi capitano di Coppa Davis. Il ventiduenne svizzero passò le vacanze a Olbia dopo aver vinto Wimbledon e si esibì insieme ai ragazzini

11 dicembre 2023
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2003: sono passati vent’anni da quando un già famoso Roger Federer e un semisconosciuto Rafael Nadal passarono in Sardegna, e nessuno avrebbe potuto immaginare che stava nascendo una rivalità infinita,  un dominio mai visto sul tennis mondiale (Djokovic permettendo, ma lui sarebbe arrivato un po’ dopo).

La coincidenza si fa ancora più curiosa perché il diciassettenne Nadal perse la finale dei Sardinian International Championships di Cagliari («25mila dollari più ospitalità» precisava La Nuova Sardegna il 24 marzo 2003) contro Filippo Volandri, cioè il capitano che quest’anno ha guidato l’Italia alla vittoria in Coppa Davis.

Se lo spagnolo era un ragazzino, il magnifico svizzero aveva 22 anni e aveva appena vinto il  primo Wimbledon. Per le sue vacanze scelse Olbia: «Una settimana di assoluto relax, ospite del Geovillage Sporting Club di Gavino Docche e dell'amico Guillermo Perez Roldan, per scoprire un pezzetto di mondo a lui ancora sconosciuto e recuperare le energie bruciate per conquistare il suo successo più bello e prestigioso – scrisse Carlo Angioni sulla Nuova del 21 luglio 2003 -. Sette giorni senza tennis, dedicati al mare e al sole (…) Roger ha finalmente trovato il tempo per fermarsi e staccare la spina: “Avevo sempre sentito parlare della Sardegna, e già da tempo volevo venire in questo posto fantastico. Solo ora, però, ho trovato qualche giorno libero e, grazie all'invito di Gavino e Guillermo, sono riuscito ad arrivare a Olbia e fermarmi per un po'. Tutto qua è bellissimo: il mare, le spiagge, e poi la gente è straordinaria; si sta prendendo cura di me in ogni cosa e non mi sta facendo mancare niente. Peccato che abbia solo pochi giorni di vacanza, perché altrimenti avrei preso una macchina a noleggio e girato un po' di più, per conoscere ancora meglio questa terra straordinaria”».

Per Nadal, invece, era stata tutt’altro che una vacanza. Cagliari si rivelò anzi un passaggio fondamentale nel suo rapido avvicinamento alla parte alta della classifica Atp. Lo spagnolo raggiunse la finale  contro un avversario già affermato, cedendo nettamente alla distanza (incredibile, a raccontarlo oggi).

«L'entusiasmo di un esordiente, la calma di un veterano – scrisse Mario Frongia -. Anche se a fine match dirà “Dopo il primo set mi sentivo spacciato” Filippo Volandri è il nuovo re di Cagliari. (…) Il livornese, 150 nella classifica Atp, ha sconfitto Rafael Nadal. L'iberico di Maiorca, 17 anni, al primo tra i prof, farà parlare di sé. (…) Di fronte a circa mille spettatori - i soci più anziani del Tc Cagliari hanno ricordato il pubblico che seguì Cané-Wilander nel '90 - il Filippo azzurro ha costruito un successo con pazienza e tecnica raffinata. Dopo un primo set in cui Nadal ha confermato di saper far fare il tergicristallo a chiunque, Volandri pareva già in crisi. E invece no. Nel secondo ha brekkato subito l'avversario e ha tenuto il proprio servizio giocandogli più spesso sul rovescio ad uscire. Al quarto gioco un "numero" premiato da una standing ovation: bomba di Nadal all'incrocio delle righe, controbomba incrociata, replica da fiaba del maiorchino e qui, superba smorzata di Volandri a fare il vestitino alla rete. Gran tennis e gran temperamento. Unica reazione di Nadal sul 4 a 1 sotto, ma non ha intaccato la forza dell'azzurro. Il terzo set è stato tutto o quasi in discesa. Il finalista è parso svuotato, impreciso nello scambio, falloso col servizio. Volandri è cresciuto e non ha più mollato la preda: “La mia reazione nel secondo set ha sorpreso me per primo. Poi, ho visto che io crescevo e lui calava. Sono felice, ho vinto un torneo, con cinque giocatori tra i primi cento al mondo”.

«E Nadal? “Complimenti a Filippo. Ha giocato meglio quando io ho cambiato ritmo. Mi auguro - ha detto l'iberico - di ritrovarci qui in finale anche l'anno prossimo”. A farla breve, una bella pagina di tennis. Risultato, finale: Volandri b. Nadal 2-6, 6-2 6-1».

Passano pochi mesi ed ecco Roger Federer apparire a Olbia come la divinità del tennis che è già. Smessi per un po’ i panni del turista, lo svizzero ha indossato di nuovo scarpette e pantaloncini griffati (e rigorosamente immacolati) e ha rimesso piede sul campo, anche se, questa volta, sulla più lenta terra rossa.

«Ha trovato una racchetta in tutto simile alla sua – si legge sulla Nuova - e, davanti a un folto ed entusiasta pubblico, seduto sulle tribune del centro sportivo olbiese in attesa della finale del torneo internazionale, ha regalato mezz'ora di grande tennis. Con la semplicità che lo contraddistingue in ogni suo gesto o movimento, in campo e fuori, Roger ha iniziato palleggiando con i ragazzini della scuola tennis del Geovillage, e ha poi sfidato al limite di un tie-break la stellina locale Fabio Docche. Ha regalato sorrisi, scherzato con i tennisti più piccoli e smaliziati, ha distribuito sue fotografie, firmato autografi, ed è poi ritornato nel suo buen ritiro, chiudendo la breve e, per lui, strana parentesi tennistica prima di riprendere sul serio nelle prossime settimane».

2003: coincidenze tennistiche, incroci reali e virtuali di racchette fatate, in un’isola che due anni prima aveva conquistato la presidenza della Federazione Italiana con Angelo Binaghi. Il futuro era già scritto, ma nessuno, all’epoca, avrebbe potuto immaginarlo. La rivalità Federer-Nadal è entrata nella storia dello sport, l’Italia guidata da Binaghi e Volandri ha riconquistato la Coppa Davis.

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