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Emozione all’Unipol Domus per la prima partita del Cagliari dopo l’addio a Gigi Riva

di Enrico Gaviano
Emozione all’Unipol Domus per la prima partita del Cagliari dopo l’addio a Gigi Riva

Un applauso del pubblico che sembra infinito mentre nel maxi schermo vengono proiettati i gol di Rombo di tuono

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Cagliari L’Unipol Domus è carico di emozioni già prima dell’inizio della partita. Sedicimila cuori che pensano alla partita ma anche a Gigi Riva che non c’è più. Per lui è stato preparato il cerimoniale che ha preceduto Cagliari-Torino. I giocatori del Cagliari scendono in campo alle 20.08 per il riscaldamento indossando una casacca bianca come quella dello stagione dello scudetto, dietro tutti portano il numero 11. In campo, per la partita, indossano un maglia bianca con un piccolo undici davanti. Striscioni, bandiere, la maggior parte con il numero 11, o con l’effige di Gigi Riva. Il primo applauso è per i tifosi del Tornio, che espongono lo striscione: «Addio campione , Gigi Riva rip. Sardegna granata».

L’altoparlante diffonde una colonna sonora composta da brani per lo più legati alla gioventù di Riva, agli anni del grande Cagliari, o composti da autori sardi. Scorrono “La leva calcistica del ‘68” di De Gregori, “Se telefonando” di Mina, “Come together” dei Beatles, “Volta la carta” di Fabrizio De André. La Sardegna è allo stadio, ben rappresentata. Non solo Cagliari, come dimostrano ad esempio gli striscioni del Cagliari club Barbagia, o quello del Cagliari club di Siniscola. 

All’ingresso delle squadre in campo sul maxi schermo compare prima la foto di Riva e poi le immagini dei gol più belli di Rombo di tuono. L’applauso del pubblico sembra infinito mentre nei distinti compare la coreografia con una lunga striscia rossoblù su campo bianco e la curva sud e il settore granata che fanno la sciarpata in onore di Riva. Quindi il minuto di raccoglimento rotto dal suono di una tromba che esegue “Il silenzio”. La partita può cominciare.

Ma all’11’, il numero di Gigi Riva, la gara si interrompe per celebrare ancora il campione. Applaudono tutti anche l’arbitro Colombo. La nord espone lo striscione «Oggi invece so che era un destino: so che stavo andando a casa mia», una frase pronunciata da Riva in una delle tante interviste in cui spiegava perché è rimasto in Sardegna.

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