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L’anniversario

Buon compleanno basket sardo: 100 anni fa a Sassari la prima partita – Guarda il video con gli auguri di Datome, Devecchi e tutti i campioni di ieri e oggi

di Andrea Sini
Buon compleanno basket sardo: 100 anni fa a Sassari la prima partita – Guarda il video con gli auguri di Datome, Devecchi e tutti i campioni di ieri e oggi

Un secolo di palla a spicchi, dalle imprese dei pionieri allo scudetto della Dinamo

21 settembre 2024
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Sassari L’impianto sportivo è ancora lì, anche se nel corso di un secolo ha cambiato volto tante volte e di canestri non c’è più traccia oltre mezzo secolo. Ma il campo polisportivo della Sef Torres, storicamente votato al calcio, è la culla della pallacanestro sarda, che oggi celebra il suo centesimo compleanno. Il 21 settembre 1924, a Sassari, in un campo con due canestri provvisori approntato all’interno dello stadio oggi intitolato a Vanni Sanna, si svolse infatti la prima partita della storia del basket isolano.

La ricorrenza La Federazione italiana pallacanestro è nata appena tre anni prima e la nuova disciplina, arrivata dall’America, al di qua dell’Atlantico è ancora completamente sconosciuta al grande pubblico. Eppure qualcosa è già arrivato in Sardegna, se è vero che in quel settembre 1924 la “Società per l’educazione fisica Torres” decide di inserire un match dimostrativo di palla al cesto all’interno della manifestazione polisportiva organizzata come ogni anno per festeggiare il compleanno della società, nata nel 1903. Il campo è quello che la stessa Torres si è costruita autonomamente tra il 1921 e il 1922 dopo avere acquistato un terreno nella periferia sud occidentale di Sassari.

Il torneo Il contesto è quello di una manifestazione di sport pionieristico. è sufficiente leggere l’elenco degli eventi in programma in quel weekend: tra sabato 20 e domenica 21 settembre gli atleti appartenenti a società sportive di tutto il nord Sardegna si sfideranno in gare di tutte le specialità dell’atletica leggera: dai lanci allo sprint, dai salti al mezzofondo, dalle staffette sino alla massacrante 51 chilometri di marcia da disputare lungo le strade dei paesi vicini. E ancora, corse in bici sulla pista appena inaugurata, palla vibrata ma anche una disciplina riservata alle formazioni militari invitate: il lancio della bomba, con le specialità di distanza e precisione.

La partita Le cronache dei quotidiani del tempo dedicano pochissime righe a una partita destinata a diventare un evento storico. Alle 17,45 di domenica 21 settembre 1924 (“l’orario verrà rispettato scrupolosamente”, si legge nell’invito) sul campetto in terra battuta ai margini del campo da calcio, lato tribuna, si affrontano i quintetti del 45° Reggimento fanteria e del Distretto di Sassari.

Il match viene ritenuto valido per i campionati militari, ma non si conoscono né i nomi dei giocatori scesi in campo, né la durata del match. Si sa soltanto che gli spettatori poterono applaudire la bellezza di 22 canestri. Tanti ne furono segnati complessivamente, in una gara terminata per 14-8, con un solo punto attribuito per ogni canestro, secondo il regolamento del tempo. Il merito della scoperta di questa vera e propria chicca, riemersa dall’oblio pochi anni fa, è dello storico Mario Fadda, componente della Società Italiana di Storia dello Sport e grande esperto dell’epoca eroica dello sport isolano.

L’epoca dei pionieri Novantuno anni dopo quella pionieristica sfida, a non più di cento metri di distanza, la Dinamo Sassari avrebbe issato sul soffitto del PalaSerradimigni lo stendardo tricolore di campione d’Italia. Ma il percorso è stato davvero lungo. Per la seconda partita bisogna attendere il 16 novembre 1924 e spostarsi nel capo opposto dell’isola: allo stallaggio Meloni, in viale Trento, scendono in campo due quintetti improvvisati di sportivi di altre discipline. Sono i calciatori del Cagliari e i canottieri dell’Ichnusa: vincono i primi, con il punteggio di 8-1.

Due anni dopo, nel 1926, due formazioni sassaresi del 45° fanteria disputano un match esibizione a Cagliari in occasione di un concorso ginnico. I tempi sono maturi perché anche nel Capo di Sotto nascano squadre più o meno stabili. Nel 1928 l’ente sportivo provinciale battezza il quintetto del Guf Cagliari e quello della Milizia di Iglesias. Già ma dove si gioca in quest’epoca eroica? Il basket non è il calcio, per il quale è sufficiente una piazza d’Armi, o al limite una piazzetta o uno sterrato. Gli istituti scolastici più importanti e “ricchi” si dotano di canestri regolamentari, con un tabellone di legno fissato a una struttura di ferro o, in mancanza d’altro, a una parete, e cerchio fissato con bulloni. Nascono i campionati Littoriali, Sassari manda la sua squadra nel 1932, Cagliari lo farà l’anno successivo.

Il boom Si gioca all’aperto, ovviamente e le scuole diventano la naturale fucina di appassionati: a metà degli Anni Trenta al liceo “Azuni” di Sassari e nell’omologo cagliaritano “Dettori” si formano regolarmente squadre di pallacanestro che si sfidano nei campionati studenteschi. È finalmente arrivato il momento di varcare il Tirreno: lo fanno per primi il Guf di Cagliari e quello di Sassari, che iniziano a prendere parte ai tornei interregionali. Scendono in campo anche le ragazze, e nel 1939 le formazioni della Gil di Cagliari, Sassari e Nuoro si affrontano nel primo torneo regionale. Il giornalista Nando Mura, storico del basket sardo, ha recuperato il tabellino della sfida Cagliari-Nuoro, giocata all’Amsicora e terminata 37-5. Tra le cagliaritane la top scorer è Serreli con 24 punti, per le barbaricine ci sono 2 punti ciascuna per Solinas e Ledda.

A Sassari i canestri spuntano come funghi: nel cortile del Convitto e in quello del Collegium in piazza Duomo (dove gioca la San Domenico Savio) e in uno spiazzo alle spalle dell’Istituto d’Arte: è il leggendario campo “Meridda”. E poi c’è sempre la sezione cestitica della Torres, che presto andrà a far visita (vincendo 39-47) ai corsi dell’Ac Ajaccien, nel primo match in terra straniera della storia del basket sardo. A Cagliari nascono prima l’Aquila (1944, nell’oratorio dei Salesiani) e poi l’Olimpia, nel 1947 Francesco Careddu e Frediano Papi fondano la Gennargentu Nuoro. Anche Oristano si mette al passo e il primo canestro viene fissato dalla Ginnastica Tharros in piazza Eleonora, nel cortile del palazzo degli Scolopi.

Dalla palla al cesto al basket Nel 1948 arriva in Sardegna il leggendario Elliott Van Zandt, istruttore statunitense assoldato dalla Fip per svolgere stage formativi per tecnici e giocatori in tutta Italia. È l’input decisivo, che chiude l’epoca dei pionieri e dell’improvvisazione e apre la strada alla pallacanestro moderna, con squadre che nascono in tutta la Sardegna.

Su quest’onda lunga nel 1960 un gruppo di liceali dell’Azuni fonda la Polisportiva Dinamo Sassari. I tempi della serie A, conquistata prima dall’Olimpia Cagliari griffata Grill e successivamente dalla stessa Dinamo marcata Banco di Sardegna, sono ancora lontani; le sorelle Serradimigni, Emanuele Rotondo, Gigi Datome Marco Spissu devono ancora nascere, ma grazie ai pionieri della palla al cesto la strada è tracciata.

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