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Truffa e falso, Blatter e Platini assolti anche in appello

Truffa e falso, Blatter e Platini assolti anche in appello

I capi d'imputazione nel 2015 avevano impedito al francese di candidarsi alla guida della Fifa

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Roma Michel Platini e l'ex presidente svizzero della Fifa Sepp Blatter sono stati nuovamente assolti in appello dai tribunali svizzeri nel caso di frode che nel 2015 ha infranto le ambizioni del francese di diventare il leader del calcio mondiale.

Come in primo grado, anche nel 2022 la Corte d'appello straordinaria del Tribunale penale federale non ha accolto le richieste della Procura, che all'inizio di marzo aveva chiesto 20 mesi di pena detentiva con sospensione condizionale per ciascuno degli imputati.

Dopo quasi dieci anni di procedura, è ancora possibile presentare un ricorso definitivo in cassazione presso il Tribunale federale svizzero, ma solo per motivi giuridici limitati.

Per quattro giorni, il francese di 69 anni e lo svizzero di 89 anni sono comparsi nuovamente per aver "ottenuto illegalmente, a danno della Fifa, un pagamento di 2 milioni (1,8 milioni di euro) di franchi svizzeri a favore di Michel Platini".

Sia l'accusa sia la difesa concordano su un punto: il tre volte vincitore del Pallone d'Oro è stato consulente di Sepp Blatter tra il 1998 e il 2002, durante il primo mandato di quest'ultimo come presidente della Fifa, e i due hanno firmato un contratto nel 1999, concordando una remunerazione annuale di 300.000 franchi svizzeri, interamente pagata dalla Fifa.

Ma nel gennaio 2011 l'ex centrocampista, nel frattempo divenuto presidente della Uefa (2007-2015), "rivendicò una richiesta di risarcimento di 2 milioni di franchi svizzeri", definita dall'accusa una "fattura falsa".

Blatter e Platini sostengono di aver concordato fin dall'inizio uno stipendio annuo di un milione di franchi svizzeri, tramite un gentlemen's agreement orale e senza testimoni, e che le finanze della Fifa non consentivano il pagamento immediato a Platini.

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