Brian Sacchetti: «Gioco, vinco e mi diverto ancora. Il Triplete a Sassari fu pura follia»
A 39 anni l’ex giocatore della Dinamo ha trascinato Roseto in serie A2. «E tra dieci giorni festeggeremo tutti insieme i 10 anni dallo scudetto»
Sassari Non pesa come quelle sollevate dieci anni fa, ma una coppa è sempre una coppa e un campionato vinto è sempre qualcosa da festeggiare. A 39 anni Brian Sacchetti si diverte ancora e vince ancora, due categorie sotto quella serie A che per 7 stagioni lo ha visto grande protagonista con la maglia della Dinamo Sassari. Domenica sera l’ala di Moncalieri ha vinto da capitano i playoff della serie B, riportando in serie A2 una piazza storica come Roseto.
Partiamo dalla domanda più scontata: quella di sabato sera al Taliercio è stata l’ultima gara della sua carriera?
«Non lo so, perché non ci ho ancora pensato e perché in questi mesi ero davvero concentrato su questo traguardo. Ora stacco, poi farò tutte le valutazioni insieme alla mia Manuela».
Moglie sarda, genitori trapiantati in Sardegna, tanti amici nell’isola. Pronto a rientrare?
«Aggiungo anche casa principale in Sardegna. Direi che non c’è molto altro da aggiungere».
Tra poco saranno trascorsi 10 anni dalla conquista dello scudetto con la Dinamo. Che sapore ha oggi quell’impresa?
«Ho un ricordo nitido dei giorni immediatamente successivi, quando con i compagni di quella incredibile avventura ci dicevamo che forse ci saremmo potuti rendere conto della portata dell’impresa realizzata soltanto dieci anni dopo. Ecco, io oggi dico che forse mi serve qualche altro anno di tempo».
Supercoppa, Coppa Italia e infine scudetto. Nessuno c’è più riuscito.
«Beh, noi quest’anno con Roseto ci siamo andati vicini vincendo Supercoppa e campionato. Battute a parte, quella fu un’annata speciale che rimarrà per sempre nel cuore di noi giocatori ma anche in quello di tutti coloro che l’hanno vissuta da tifosi. Eravamo la squadra di una regione, abbiamo conquistato un popolo e come giocatori ci siamo sentiti veramente parte di qualcosa di speciale. Lo sport è difficile da prevedere, ma quell’anno nei momenti topici tutto è andato nel verso giusto, gli astri si sono allineati e siamo riusciti a conquistare tutti i trofei».
Lei ed Edgar Sosa siete rimasti gli ultimi giocatori di quel roster ancora in attività. Ha vinto trofei importanti e giocato in nazionale. Si diverte ancora sul parquet, anche nelle minors?
«Mi diverto da morire. Poi è chiaro che è facile parlare così al termine di una stagione nella quale vinci 44 partite su 50 e nei playoff fai percorso pulito, dato che abbiamo vinto tre serie per 3-0. Però giocare è bello, Roseto è una piazza che impazzisce per il basket e anche la pallacanestro che professa coach Franco Gramenzi mi ha dato una specie di seconda giovinezza. Sì, mi sono davvero divertito, anche se gli anni passano e si sentono».
Pronto per la festa del decennale del Triplete?
«Non vedo l’ora di tornare a Sassari. Anche se ci torno tutte le volte che posso, stavolta sarà speciale. Sto captando un certo entusiasmo per questa reunione s ono felicissimo di poter rivedere i vecchi compagni e tanti amici del mondo Dinamo».