La Nuova Sardegna

Sport

L’intervista

Capitan Pavoletti: «Strano chiamare Fabio mister, il suo entusiasmo è contagioso»

di Roberto Muretto
Capitan Pavoletti: «Strano chiamare Fabio mister, il suo entusiasmo è contagioso»

L’attaccante del Cagliari elogia Pisacane e guarda al futuro: «Non so se sarà la mia ultima stagione da calciatore, ma indossare la maglia rossoblù è qualcosa di speciale»

3 MINUTI DI LETTURA





Ponte di legno Capitano, senatore, leader. In ciascuna di queste definizioni si identifica Leonardo Pavoletti. L’attaccante, 36 anni, è un simbolo del Cagliari, uno che si è tatuato sulla pelle i colori rossoblù. Che si è innamorato della città dove vive, nella quale vorrebbe costruire il suo futuro. È l’eroe della tifoseria. Il gol segnato a Bari nel recupero della finale playoff, che ha consentito al Cagliari di tornare nell’élite del pallone, resta un episodio indelebile nel cuore dei supporter.

Leo è un trascinatore, un uomo che dentro lo spogliatoio sa suonare la carica, tirare su il morale nei momenti complicati, incoraggiare i più giovani, trasmettere quei valori identitari, nonostante non sia un sardo, ai quali il club tiene tantissimo. Lui, così come il tecnico Fabio Pisacane (del quale è stato compagno di squadra), sono considerati bandiere rossoblù.

«È strano chiamarlo mister - commenta - ma è bello vederlo fare ciò che ama. Si è subito calato nel ruolo, trasmettendo entusiasmo e idee chiare. In ritiro c'è tempo per confrontarsi: questo aiuta a creare fiducia e il clima giusto. Quando un calciatore crede nell'allenatore, il passo in avanti è immediato, Pisacane ha qualità e le ha già dimostrate. Sta facendo un percorso che lo ha portato alla guida della prima squadra e quindi lo seguiamo con convinzione, vederlo entusiasta e motivato è la cosa più bella».

Dai giovani in rosa Pavoletti è visto come una guida. Lui è sempre prodigo di consigli: «Devono stare sul pezzo sempre, quando si lavora sul campo, poi fuori ci si gestisce e si impara con l'esperienza a capire le cose importanti per quanto riguarda il proprio mestiere e la vita. Sono contento di vedere diversi elementi su cui lavorare. Il nuovo corso ha anche questo obiettivo e ognuno dovrà fare la sua parte».

Per Leo sarà l’ultima stagione da calciatore? Se fino all’altro ieri era così, adesso lascia aperta la porta ad una possibile altra stagione. «Non so - sottolinea - se sarà l'ultima stagione da calciatore, dipenderà da come risponderà il fisico. Intanto voglio vivermela da protagonista, dando tutto alla squadra e cercando di segnare almeno un gol. Mi dispiacerebbe chiudere eventualmente senza almeno una rete». È chiaro che al futuro ci pensa. «Non mi vedo con il fischietto e da allenatore, ma mi piacerebbe restare nel mondo del calcio, è il mio mondo ed è lì che so stare. Magari come direttore sportivo, mi piacerebbe mettermi alla prova in un nuovo ruolo, ma capisci solo col tempo e facendo le cose se sei davvero in grado di farlo e se realmente ti piace. A tempo debito parlerò con chi mi sta vicino, con la società, per capire quello che potrà essere il mio futuro con l'ambizione di essere felice e portare valore al Cagliari».

Il capitano è un attaccante che ha confidenza con il gol e parla dei compagni di reparto, da Piccoli al nuovo arrivato Borrelli. «Roberto lo vedo motivato. Gli ho consigliato di restare per fare un anno da protagonista. La prima stagione qui per lui è stata positiva, ora deve confermarsi e sa benissimo che non sarà semplice. Tutti conosciamo le sue qualità e la squadra sa di avere un attaccante forte là davanti cui affidarsi. Gennaro, invece, lo stiamo conoscendo. Fisicamente ha potenziale e sta affrontando il ritiro con la giusta mentalità. Lui come me, è un peso massimo, non è mai semplice nei primi giorni andare forte ed essere già pronti, ma lavorando si arriverà al top». Infine un accenno al gruppo. «Abbiamo costruito negli anni, un gruppo con delle regole, cercando di trasmettere ai giovani cosa vuol dire essere del Cagliari. Alcuni ragazzi sono cresciuti con questi valori e oggi possono essere da esempio agli altri insieme a me e Deiola che ci siamo da più tempo». 

Primo piano
Nuoro

Rogo tra il quartiere di Badu ‘e Carros e la statale 389: fiamme vicine alle case – VIDEO

Le nostre iniziative