La Nuova Sardegna

“Astrosamantha”, la Terra vista dallo spazio profondo

di Fabio Canessa
“Astrosamantha”, la Terra vista dallo spazio profondo

Anche in Sardegna il diario dell’avventura della Cristoforetti Un docufilm affascinante firmato da Gianluca Cerasola

02 marzo 2016
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di Fabio Canessa

«Ciao Sardegna dallo spazio!». Ore 5:24 del 13 dicembre 2014. Samantha Cristoforetti regala il primo saluto all’isola con una foto pubblicata sul suo profilo Twitter. Ne seguiranno altri nel corso dell’avventura di sette mesi tra le stelle, a bordo della Stazione spaziale internazionale per la missione Futura. Coronamento di un sogno per l’astronauta, che ora si racconta nel documentario “Astrosamantha”, al cinema come evento speciale ieri e oggi (in Sardegna all’Uci Cinemas di Cagliari e ai The Space di Quartucciu e Sestu), ma ovviamente con la possibilità continui a girare nei prossimi giorni nelle sale sarde che lo richiederanno e nelle scuole, secondo un bel progetto che punta a coinvolgere Istituti di tutta Italia. Per mostrare a ragazzi e ragazze un esempio da prendere come riferimento: Samantha Cristoforetti, «la donna dei record» come indicato nel sottotitolo del documentario diretto da Gianluca Cerasola. La prima italiana nello spazio e la donna a passare più giorni consecutivi in orbita. Quasi duecento.

Una lunga permanenza frutto della meticolosa preparazione che devono seguire gli astronauti prima del lancio. Su questo aspetto si concentra il documentario, su tre anni di addestramento fisico e mentale che hanno preceduto la spedizione. Un percorso seguito e documentato da tante riprese, materiale dal quale sono stati estratti in fase di montaggio gli 83 minuti che danno forma al reportage “Astrosamantha” firmato da Cerasola. Lo spettatore si ritrova al fianco dell’astronauta, nata a Milano ma cresciuta a Malè in provincia di Trento. Ci si sposta con lei attraverso le varie agenzie spaziali (europea, americana, russa) e luoghi che sono rimasti a lungo off limits per le telecamere come i centri Johnson Space Center di Houston della Nasa, Star City nei dintorni di Mosca e il cosmodromo di Baikonur in Kazakistan dove il 23 novembre 2014 è avvenuto il lancio con la navicella Soyuz che ha portato Samantha Cristoforetti nella Stazione spaziale internazionale. La sua casa fino all’11 giugno 2015, quando è tornata sulla Terra. Il documentario si conclude proprio con le immagini dell'atterraggio, sul volto dell'astronauta italiana provato dall'impegnativa operazione di rientro ma sempre sorridente. Un sorriso che trasmette, senza bisogno di parole, la forza, il carisma di una donna non comune che ha conquistato tutti per la sua semplicità. Una caratteristica che viene fuori anche nel racconto dei diversi aspetti della preparazione, sempre spiegati in modo chiaro per lo spettatore che Samantha fa partecipare alla realizzazione del suo sogno. Per condividerlo con più persone possibili, perché tutti in fondo come lei abbiamo sognato almeno una volta di andare nello spazio rapiti dalla meraviglia di un cielo notturno stellato.

Così, tra le tante curiosità legate all'assenza di gravità trovano risposta durante la visione le più naturali domande su cosa e come si mangia, come ci si lava, dove si va in bagno, come si dorme, come si comunica. Alle spiegazioni, al racconto attraverso gli interventi di Samantha Cristoforetti si alterna la parte più documentaristica che offre uno sguardo dall’esterno su momenti della vita dell'astronauta italiana: dagli incontri a Houston con il gruppo di ex colleghe ai duri allenamenti nella sede della Nasa dove si fa pratica con l'addestramento sott’acqua in una grande piscina o con i voli parabolici per simulare l’assenza di peso. A questi due livelli narrativi se ne aggiunge un terzo pensato come accompagnamento poetico, forse anche superfluo considerando la poesia che già emana lo spazio. È quello mediato dal narratore, ruolo affidato a Giancarlo Giannini con la sua profonda, inconfondibile, magnetica voce. Al racconto, che alterna queste strade, si aggiungono poi immagini girate da Samantha dalla stazione orbitante. Lassù dallo spazio dove Astrosamantha ha vissuto tanti mesi e compiuto i vari esperimenti legati alla missione. Contemplando da una prospettiva unica la Terra e regalando a chi ha seguito la sua avventura sui social dei meravigliosi scatti. Anche della Sardegna.

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