La Nuova Sardegna

Otto Gabos e l’illusione del Sulcis

di Fabio Canessa

In mostra a Roma un lavoro del fumettista cagliaritano ambientato a Carbonia

07 marzo 2016
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SASSARI. Un cielo azzurro si fa strada tra le nuvole. Gabbiani in volo fanno subito capire che la scena si svolge sulla costa. E infatti nella pagina successiva viene mostrato il mare. Sullo sfondo una piccola isola, San Pietro. Il commissario Ettore Marmo, che da poco è stato trasferito nel Sulcis da Roma, si fa portare lì proprio per vederla: «Quando la guardo – dice al poliziotto che lo accompagna – mi illudo di vivere ancora sulla terraferma». Nelle primissime tavole si trova così la spiegazione del titolo scelto da Otto Gabos per il suo ultimo fumetto pubblicato da Rizzoli Lizard: “L'illusione della terraferma”.

Graphic novel che fino al 27 marzo è al centro di una mostra a Roma dedicata al lavoro dell'autore e disegnatore cagliaritano. Alla Tricromia Artgallery in esposizione tutte le tavole, ma anche appunti e disegni inediti relativi a questo romanzo grafico. Otto Gabos porta il lettore nella Sardegna della fine degli anni Trenta, quando la Seconda guerra mondiale è appena scoppiata con l’invasione della Polonia da parte dell'esercito tedesco. La vicenda si svolge in particolare a Carbonia, città nata da poco per volere del regime fascista. Per parlare di quei luoghi e di quel periodo l'autore usa come grimaldello narrativo il genere noir. Protagonista è Ettore Marmo, un commissario sbattuto in Sardegna per punizione perché di ritorno dalle campagne di Spagna ed Etiopia, dove si è distinto per il suo servizio, ha una relazione con la moglie del prefetto di Roma. All'inizio detesta l'isola. Odia il mare, che un giorno restituisce un cadavere senza testa. Si trova così davanti un caso da risolvere. L'indagine, che porterà a galla segreti e biechi interessi, costringerà il commissario a delle riflessioni che cambieranno anche il suo punto di vista su molte cose. «Volevo parlare di un periodo storico – spiega il fumettista – che da sempre mi interessa molto, quello del Ventennio. Cosi come la situazione del Sulcis, zona depressa allora e con mille difficoltà oggi. Per riflettere su quanto sta succedendo oggi credo sia opportuno andare indietro nel tempo». Un interesse che affonda le sue radici anche in ricordi personali, come racconta lo stesso Otto Gabos alla fine del libro dove il disegnatore ha voluto aggiungere immagini di archivio, foto scattate durante sopralluoghi sul territorio. «Mia madre è stata insegnante elementare nel Sulcis e ogni tanto mi portava con lei – racconta l'autore, da tanti anni residente a Bologna ma nato a Cagliari nel 1962 – Le avevano anche assegnato la sede di Campo Romano, quartiere di Iglesias popolato da minatori. E ho un chiaro ricordo di quei luoghi che mi avevano colpito molto e ho visitato nuovamente per prepararmi prima di iniziare questo lavoro». Un volume, aperto dalla prefazione scritta da Marcello Fois, che potrebbe essere seguito da un altro dedicato sempre alla Sardegna: «Al momento – anticipa il fumettista – sto raccogliendo materiale per una storia ambientata a Cagliari durante i bombardamenti del 1943».

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