La Nuova Sardegna

Stasera “Abbabula” parte con Rondelli

di Monica De Murtas
Stasera “Abbabula” parte con Rondelli

Al Civico il concerto dedicato alla musica di Piero Ciampi

12 maggio 2016
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SASSARI. Una scenografia minimale: tavolino, bicchiere di vino, luci soffuse, farà da sfondo questa sera alle 22 al recital di Bobo Rondelli, cantautore, poeta e performer ospite al Palazzo di città della prima serata di “Abbabula” con lo spettacolo “Ciampi ve lo faccio vedere io”. Ciampi e Rondelli: due vite divise dal tempo ma con tanti punti in comune: la città natale, Livorno e poi la poesia, l'ironia, l'irriverenza.

Da cosa nasce ora l'esigenza di dedicare uno spettacolo e un cd a ub grande maestro cone Ciampi?

«Voglio far conoscere ai più giovani il suo messaggio di poesia. Ciampi è l'unico blues man italiano. Racconta storie di abbandoni, di donne che se ne vanno, di fallimenti, canta gli ultimi da una prospettiva privilegiata perché si sente uno di loro. Ma è il modo in cui lo fa che affascina, scrive parole sulla pietra, riesce a spiegare un’intera vita con due frasi, racconta con semplicità visioni sconcertanti. Oggi c’è urgente bisogno di poesia, siamo in un’epoca in cui provare emozioni è diventata una pratica pericolosa. Siamo abituati ai profughi che muoiono in mare, a veder costruire sempre nuovi muri. Stiamo perdendo la capacità di immedesimarci nelle gioie e nei dolori degli altri. Non siamo più capaci di compassione. Ecco, vorrei portare lo spettatore ad immedesimarsi nella poesia dei testi, a provare compassione».

La scaletta del concerto spazia sulle canzoni meno conosciute di Ciampi. Perché questa scelta ?

«Siamo in tre sul palco: chitarra, tastiere e tromba propongo brani che si sposano bene con questa formazione minimale e che permettono alla voce di volare. Inoltre sono testi che sento molto vicini a me, in cui rivedo scorrere la mia vita, le mie esperienze. Certi brani sono molto jazz, altri sembrano canzoni napoletane o magari rimandano alle sonorità francese stile Aznavour».

Lo spettacolo è ricco di momenti di grande coinvolgimento da parte sua e del pubblico cosa rappresenta per lei emotivamente oltre che artisticamente questa prova?

«Mi metto a nudo e facendo questo vien fuori che sono un tossicodipendente dell'amore, che sono spaventato dall’idea dell’abbandono, che ammetto di non saper stare solo. Vien fuori una mia visione della donna-madre come figura protettiva e forse anche una sorta di bipolarità dei sentimenti. Canto Ciampi e rivivo con lui emozioni comuni. Ciampi è una sorta di amico, è unesperienza catartica, è il mio esorcista della malinconia».

Nello spettacolo però c'è anche spazio per le risate.

«Per forza, altrimenti chi ci arriva alla fine? In realtà tra un brano e l’altro mi racconto con autoironia, vado a braccio. Come ogni clown so che quello che mi diverte fa ridere anche gli altri».

Oggi debutta a Sassari ma da sempre frequenta la Sardegna.

«Certo, altrimenti come farei a parlare in questo modo? (dice in perfetto accento sassarese ndr). Vengo spesso in Sardegna ho suonato tante volte a Thiesi, mi facevo pagare in formaggio. Scherzi a parte mi trovo davvero bene da voi, forse proprio perché è una terra dove ancora esiste la poesia. A Seneghe tempo fa ho duettato con Franco Loi. Qui le persone hanno mantenuto l’abitudine antica di ascoltare i poeti e di provare con loro emozioni».

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