Sedici autori in un’antologia all’ombra dei Giganti di pietra
SASSARI. Sarà che la vicenda stessa della loro scoperta costituisce di per sé una bella storia da raccontare. Forse anche il fatto che a distanza di più di quarant'anni dal ritrovamento, la loro...
SASSARI. Sarà che la vicenda stessa della loro scoperta costituisce di per sé una bella storia da raccontare. Forse anche il fatto che a distanza di più di quarant'anni dal ritrovamento, la loro origine è ancora parzialmente avvolta da un alone di mistero. Certo è che le statue di Monte 'e Prama continuano a far parlare, discutere, e raccontare. Lo sanno bene Rossana Copez e Giovanni Follesa, curatori, per le edizioni Arkadia, di una bella antologia intitolata “I giganti di pietra”, realizzata con il contributo di sedici autori che, ispirati da quelle statue ritrovate, per caso, nel Sinis, nel lontano 1974, hanno scritto sedici racconti legati da un unico filo conduttore.
Il volume è stato presentato nella sala conferenze della biblioteca universitaria di Sassari, dove tre dei sedici autori, Giovanni Follesa, Giovanni Fancello e Fabrizio Demaria, hanno dialogato con Francesco Pinna, giornalista della Nuova Sardegna. L'ordine di presentazione dei racconti è casuale, non c'è una sequenza precisa, il lettore può cominciare dall'ultimo o dal primo senza che questo possa compromettere la comprensione o il piacere della lettura. a«Abbiamo voluto dare un senso all'epica dei giganti - ha spiegato Follesa durante il partecipato dibattito dopo la presentazione - immaginare una serie di storie che avessero come ispirazione quelle sculture che per la Sardegna rappresentano una sorta di marchio».
Nei racconti si possono individuare diversi elementi che rimandano ad altrettanti filoni narrativi. Il desiderio, il mistero o la guerra. Che sia l'atto di ribellione del servo pastore "Guanobrì" nell'omonimo racconto di Giulio Angioni o le vicende di Assur Nassirpal II, narrate da Giovanni Fancello in "Papai Nure", le storie hanno sempre come riferimento il complesso di sculture ritrovate quarant'anni fa da un contadino che vide riemergere una testa di pietra fra la terra smossa dall'aratro. Il ritrovamento e le vicende successive, fino al recente restauro, avvenuto nel centro specializato della Soprintendenza, a Li Punti, hanno ispirato soggetti nati dalla fantasia dei narratori che all'ombra dei giganti hanno ideato e raccontato quelle storie facendo ricorso alla creatività anche perché, come spiegano in premessa i curatori dell'antologia, le informazioni, ancora oggi, sono scarse e frammentarie. La presentazione è stata arricchita dalla lettura, proposta da Clara Farina, di alcuni brani tratti dai racconti. L'iniziativa, in collaborazione con la libreria Koinè, era fra gli appuntamenti in calendario del Maggio sassarese.