«La cura del perdono, una via alla felicità»
Il libro scritto da Daniel Lumera sarà presentato questo pomeriggio nell’aula magna dell’Università di Sassari
Nunzio Zavettieri, calabrese, arrestato nel 2001 dopo una faida fra cosche con decine di morti, sconta una lunga pena in Sardegna. Poeta pluripremiato, ha promosso il concorso letterario interno alle carceri “La voce dei poeti sospesi”. Zavettieri ha letto il libro “La cura del perdono, una via alla felicità” (Mondadori) di Daniele Lumera, che sarà presentato oggi a Sassari (vedi il box qui a sinistra) e scritto questo pezzo.
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Conosci te stesso è il motto dell'Oracolo di Delfi. E la prima impressione sul libro di Lumera è di intraprendere un percorso di conoscenza interiore: il perdono come la figura mitologica di Ofione, tutto riconduce all'inizio e la soluzione riporta alla radice delle cose. Correggere esperienze umane senza risalire alle origini è come portarsi dentro una zavorra che appesantisce pensieri, azioni, emozioni. Il perdono invece alleggerisce, libera da possesso e odio, scioglie nodi e catene con le quali teniamo dentro una prigione noi stessi e gli altri. L’autore del libro è stato segnato dalla scoperta del perdono: sofferente, portatore convalescente, portatore sano, testimone e infine narratore del vissuto di terze persone provate nel fisico, nello spirito, nelle relazioni. Il perdono è porta d’ingresso nella felicità e ha ricadute positive in ambito esistenziale, relazionale, lavorativo e di interconnessione sensoriale fra il mondo proprio e esterno, necessaria per tenere distaccati i dualismi sensibili.
E' interessante e originale il progetto di Daniel Lumera: trasferire a livello educativo collettivo questo modello finora rimasto su un terreno di sensibilità personale e intima.
Soprattutto i nativi digitali – “educati” nel web e distratti dai nuovi cosmi interattivi – sono a rischio di distacco dalle sensibilità e dalle testimonianze umane della società che abbiamo alle spalle e che ha ancora una parte importante nel presente: la “rivoluzione pedagogica” auspicata da Lumera, la “cura del perdono”, mi pare costruita su misura soprattutto per la generazione degli internauti.
Il valore assoluto del perdono possono essere un esercizio euristico di difesa da quel modello di “famiglia atomica” che li isola dal contatto, umano, con il mondo.
Nunzio Zavettieri