Musica a Capodanno Maz Gazzè: «Suono in un’isola che amo»
Stasera sul palco a Castelsardo: «Battiato, un maestro E di voi sardi mi piace la grande cultura della curiosità»
CASTELSARDO. Da vent'anni ogni sua canzone è un successo i suoi testi sono rime ad effetto che si imparano a memoria. Max Gazzè cantante-bassista-compositore, protagonista della scena nazionale e internazionale salirà sul palco del Capodanno in piazza a Castelsardo. La sedicesima edizione dell'evento regala così al pubblico un altro grande nome della musica d’autore italiana. Ad anticipare il musicista sul palco sarà, a partire dalle 22,30, il dj Daniele Reverse. A seguire, invece, sarà lo spettacolo pirotecnico di Romualdo Parente, che partirà dalle terrazze del Castello dei Doria.
Gazzè sta vivendo un anno d’oro: il singolo “Teresa” è il “disco Italia” di questa settimana), “Ti sembra normale” è il più trasmesso in radio del 2016 e il video di questo brano sta per raggiungere i due milioni di visualizzazioni su You Tube. Recentemente è arrivato anche il successo internazionale con un tour oltre oceano in America, Giappone e Cina, che ha registrato sold out a ogni tappa.
«Io di solito cerco sempre di non crearmi troppe aspettative sulle cose che faccio – dice Gazzè – . Lavoro sempre con lo stesso impegno perché mi piace fare così a prescindere dal successo. A volte capita di credere molto in progetti che invece non raggiungono i riscontri sperati. Ma devo ammettere che questo ultimo anno è stato fantastico. In realtà è dal 2013 che vivo un momento di grande gratificazione professionale. Questo mi porta ad andare avanti con passione. Mi dà ulteriore stimolo a fare».
Qualche anticipazione sulla scaletta del concerto di Capodanno?
«La considero la parte conclusiva del “Maximilian tour”, che è appena terminato lo scorso ottobre per cui credo che la scaletta sarà più o meno quella. Ma naturalmente il concerto in piazza di Capodanno è anche una festa e certamente anche la scaletta seguirà l’atmosfera della serata e sarà all'insegna del divertimento e dell’improvvisazione. Suono da 15 anni con la band che mi accompagna sul palco e questo affiatamento riesce a farci sbizzarrire parecchio».
Sostituirà a Castelsardo Battiato.
«Non è cosa da poco questo. E certo sono felice di questa occasione. Approfitto per fare i miei auguri di pronta guarigione al Maestro; spero che si riprenda presto, perché abbiamo bisogno di Battiato. Non è solo un artista, è un bene da tutelare, un patrimonio dell’umanità. Sono davvero felice di tornare a Castelsardo, dove sono già stato due volte. Di entrambi i concerti ho un ricordo splendido. Ma in generale io ho un rapporto davvero speciale con la Sardegna. Infatti vengo qui molto spesso».
Cosa la lega in particolare all’isola?
«La cultura della curiosità che hanno i sardi e la grande considerazione che in generale il pubblico sardo ha per la musica. Quando sali sul palco e suoni in tanti posti diversi ti accorgi di come chi ti ascolta sente la musica. I sardi hanno un’attenzione particolare per le sfumature dei suoni, per le invenzioni. Credo che questa sensibilità sia in qualche modo antropologica, abbia radici antiche che si fondano nel patrimonio prezioso della tradizione musicale sarda».
Una musica che potrebbe ispirare qualche suo prossimo progetto?
«Certo, perché no? Ho una laurea in musicologia perché sono sempre stato affascinato dallo studio delle tradizioni musicali dei vari popoli, dal fatto che la musica, i suoni, gli strumenti si trasformino in relazione alle caratteristiche dei luoghi».
Ad aprile debutterà con un progetto totalmente nuovo, “Alchemaya”, in cui si esibirà con la Bohemian Symphony Orchestra di Praga? Cosa significa esattamente Alchemaya?
«E' un neologismo con il quale spieghiamo il mix creato dal nostro lavoro tra strumenti sinfonici e sintetizzatori. Lo spettacolo sarà strutturato in due parti: nella prima proporremo brani nuovi, la seconda sarà invece dedicata alla reinterpretazione, sintonica appunto, di brani tratti dal mio repertorio».
Un augurio per l'anno nuovo?
«Cercare la serenità accettando i cambiamenti e imparando a cavalcarli».