sassari
Rossini spiegato da Elio: lezione d’opera tra le risate
di Paolo Curreli
SASSARI. Far innamorare di nuovo gli italiani dell’opera lirica. Questa la mission dello spettacolo “Cantiere opera” di Elio e Francesco Micheli che ha chiuso sabato la rassegna “Musicomica”...
30 maggio 2017
2 MINUTI DI LETTURA
SASSARI. Far innamorare di nuovo gli italiani dell’opera lirica. Questa la mission dello spettacolo “Cantiere opera” di Elio e Francesco Micheli che ha chiuso sabato la rassegna “Musicomica” organizzata da Teatro e/o Musica al Verdi.
Chi meglio di Elio, star dissacrante del pop italico, giudice di talent e raffinato musicista con solide basi classiche, poteva riproporre questo grande patrimonio nazionale liberandolo «dalla polvere, l’idea di antiquato dietro il sipario di velluto» come annuncia Francesco Micheli regista d’opera e direttore artistico della Fondazione Donizetti di Bergamo e dello Sferisterio di Macerata. Elio e Micheli – accompagnati da Simone Soldati al pianoforte e clavicembalo e dalla soprano Laura Macrì – propongono un riassunto della storia dello spettacolo che resta ancora il più rappresentato al mondo, in una luce nuova. Questa volta si parla di Rossini, uno scanzonato 24enne, che come i giovani di tutte le epoche vuole affermare una visione innovativa e dirompente del mondo. Elio canta le arie famose interpretando lo stesso Rossini, Micheli racconta la trama del “Barbiere di Siviglia”. Ci ricorda che dietro quelle armonie che tutti fischiettano e le storie che ci appaiono ingenue ci sono invece idee rivoluzionarie che vogliono rinfrescare la società. Il giovane innamorato, la bella segregata dal vecchiaccio geloso. La restaurazione che si oppone e imprigiona la modernità. Un racconto didattico ma allegro e mai didascalico, arricchito da grandi interpretazioni e direzioni – Pavarotti, Mutti –, che appaiono nelle proiezioni sullo sfondo. Anche per gli appassionati d’opera la “lezione” sulla innovativa maniera del grande pesarese risulta interessante e coinvolgente. Bravi Laura Macrì e Simone Soldati nella difficile interpretazione lontana, tra una gag e l’altra, dalla messinscena classica. Elio con la sua vulcanica creatività e la capacità di improvvisare resta il fulcro della scena. Canta, recita, attraversa la platea a luci accese, mangia la pastasciutta, perché Rossini era un grande viveur amante delle donne e della buona tavola. Micheli racconta, dirige gli “olè” del pubblico per citare la Spagna del “Barbiere”. Applausi e risate. Il teatro non è pieno, complice la prima serata estiva e altri spettacoli in città, ma il pubblico comunque c’era e si è divertito.
Un’idea interessante per gli amanti della lirica e i profani che continuerà proponendo i favolosi cinque del recitar cantando italico, e magari con una messa a punto dei ritmi della regia, sempre perfezionabili.
Chi meglio di Elio, star dissacrante del pop italico, giudice di talent e raffinato musicista con solide basi classiche, poteva riproporre questo grande patrimonio nazionale liberandolo «dalla polvere, l’idea di antiquato dietro il sipario di velluto» come annuncia Francesco Micheli regista d’opera e direttore artistico della Fondazione Donizetti di Bergamo e dello Sferisterio di Macerata. Elio e Micheli – accompagnati da Simone Soldati al pianoforte e clavicembalo e dalla soprano Laura Macrì – propongono un riassunto della storia dello spettacolo che resta ancora il più rappresentato al mondo, in una luce nuova. Questa volta si parla di Rossini, uno scanzonato 24enne, che come i giovani di tutte le epoche vuole affermare una visione innovativa e dirompente del mondo. Elio canta le arie famose interpretando lo stesso Rossini, Micheli racconta la trama del “Barbiere di Siviglia”. Ci ricorda che dietro quelle armonie che tutti fischiettano e le storie che ci appaiono ingenue ci sono invece idee rivoluzionarie che vogliono rinfrescare la società. Il giovane innamorato, la bella segregata dal vecchiaccio geloso. La restaurazione che si oppone e imprigiona la modernità. Un racconto didattico ma allegro e mai didascalico, arricchito da grandi interpretazioni e direzioni – Pavarotti, Mutti –, che appaiono nelle proiezioni sullo sfondo. Anche per gli appassionati d’opera la “lezione” sulla innovativa maniera del grande pesarese risulta interessante e coinvolgente. Bravi Laura Macrì e Simone Soldati nella difficile interpretazione lontana, tra una gag e l’altra, dalla messinscena classica. Elio con la sua vulcanica creatività e la capacità di improvvisare resta il fulcro della scena. Canta, recita, attraversa la platea a luci accese, mangia la pastasciutta, perché Rossini era un grande viveur amante delle donne e della buona tavola. Micheli racconta, dirige gli “olè” del pubblico per citare la Spagna del “Barbiere”. Applausi e risate. Il teatro non è pieno, complice la prima serata estiva e altri spettacoli in città, ma il pubblico comunque c’era e si è divertito.
Un’idea interessante per gli amanti della lirica e i profani che continuerà proponendo i favolosi cinque del recitar cantando italico, e magari con una messa a punto dei ritmi della regia, sempre perfezionabili.