La Nuova Sardegna

Giuseppe Lanci, la luce come emozione 

di Fabio Canessa
Giuseppe Lanci, la luce come emozione 

Oggi ad Alghero il grande direttore della fotografia che ha lavorato con Tarkovskij, Bellocchio, Moretti e i Taviani

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ALGHERO. Folgorato da ragazzo dalla visione di capolavori come “Rashomon” di Akira Kurosawa e “Il settimo sigillo” di Ingmar Bergman, a 19 anni tenta con successo il concorso di ammissione al Centro sperimentale. Dove dopo una carriera straordinaria è tornato. Per insegnare. Chiudendo il cerchio di un meraviglioso viaggio nel mondo del cinema che lo ha portato a diventare uno dei più importanti direttori della fotografia italiani. Giuseppe Lanci è uno dei grandi ospiti del Sardinia Film Festival in corso ad Alghero fino a sabato. Oggi a Lo Quarter terrà una masterclass, accompagnato da Mariangela Bruno della Sardegna Film Commission, e a seguire (alle 20) presenterà insieme alla curatrice Monica Pollini il volume “La luce come emozione” recentemente pubblicato da Artdigiland.

Un libro-intervista che ricostruisce il percorso artistico di Lanci. Dall’esperienza da operatore di macchina in film come “C’era una volta il West” di Sergio Leone (tra gli aneddoti raccontati una leggera ferita dopo un sparo, a salve, di Henry Fonda) e “Porcile” di Pasolini («Da assistente non capivo il suo modo di girare che non era certo tradizionale»), al passaggio a direttore della fotografia che avviene nel 1977 con “Difficile morire” di Umberto Silva. Soltanto cinque film dopo verrà chiamato da Andrej Tarkovskij per “Nostalghia”. La conversazione con Monica Pollini si sofferma a lungo sul lavoro con il maestro russo. Un’esperienza fondamentale per Lanci dal punto di vista professionale, ma anche personale. Bellissime pagine per gli appassionati di cinema, con il racconto del primo incontro in un bar di Piazza Navona, dei sopralluoghi per la preparazione del film, delle richieste del grande regista. Tre capitoli, e non poteva essere altrimenti, sono poi dedicati a tre sodalizi artistici che hanno caratterizzato la carriera di Lanci: i tanti film realizzati con Marco Bellocchio (da “I pugni in tasca” a “La balia”,) con i fratelli Taviani (da “Kaos” a “La masseria delle allodole”) e con Nanni Moretti (da “Palombella rossa” a “La stanza del figlio”). E non mancano accenni ad altre grandi collaborazioni come quelle con Mauro Bolognini, Luigi Magni, Margarethe von Trotta, Lina Wertmüller, Roberto Benigni.

Dopo l’incontro con Lanci per la presentazione del libro, la terza giornata del Sardinia Film Festival proseguirà con la proiezione dei cortometraggi selezionati per il concorso. Tredici brevi film in rappresentanza di nove Paesi diversi, tra i quali “L’Alias” di Priamo Roberto Sechi girato nei dintorni di Cagliari. Protagonista Vanni Fois nei panni di un attore che in piena crisi interpretativa materializza un doppio di sé, con cui cerca di trovare una soluzione. Anche se ostacolato dal suo Alias riuscirà a salvare la compagnia.

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