La Nuova Sardegna

oggi i funerali laici a torino 

Addio alla scrittrice nuorese Elisabetta Chicco Vitzizzai

Addio alla scrittrice nuorese Elisabetta Chicco Vitzizzai

TORINO. La scrittrice Elisabetta Chicco Vitzizzai è morta a Torino nella sua casa di via Cavour. Aveva 75 anni. Oggi i funerali laici nel cimitero monumentale. Un mese fa a Cagliari, alla Fondazione...

21 novembre 2017
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TORINO. La scrittrice Elisabetta Chicco Vitzizzai è morta a Torino nella sua casa di via Cavour. Aveva 75 anni. Oggi i funerali laici nel cimitero monumentale. Un mese fa a Cagliari, alla Fondazione di Sardegna, aveva presentato il suo ultimo libro dal titolo “Nietzsche, psicologia di un enigma”, alla presenza di Remo Bodei, che ha scritto la prefazione. Autrice di diverse antologie letterarie usate in tutt’Italia, docente di Lettere nei licei torinesi, ha insegnato negli anni Settanta anche allo scientifico “Fermi” di Nuoro.

Figlia del pittore Riccardo Chicco, aveva sposato un ingegnere di Mamoiada, Pietro Vitizzai, per lunghi anni il leader del consiglio di fabbrica di Ottana e uno dei sindacalisti-industrialisti più preparati del panorana nazionale, apprezzato da Luciano Lama e da Giacinto Militello. Elisabetta Chicco, si legge nel suo profilo, aveva «coltivato interessi artistici da ragazzina seguendo i corsi di danza di Bella Hutter, studiando il pianoforte con Ludovico Lessona, allievo di Benedetti Michelangeli».

Laureata in Lettere con una tesi in Estetica su Ingmar Bergman (premio di laurea Marzotto 1967) e in Psicologia clinica con una tesi sul Vissuto Corporeo, nel giugno 2015 ha ricevuto dal Centro Pannunzio il “Premio Francesco De Sanctis. Una vita per la cultura”. Tra le sue opere più apprezzate i libri “Il più bel vizio è la vita”, “Dio ride”, “L’amore come sai”, “Storie di dèi e di eroi”, “Gli ossobuchi di Nietzsche”.

Un mese fa, a Cagliari, aveva detto di sé: «La guerra la guardavo assieme a mio padre come fossimo al cinema dal terzo piano di casa mia, seduta sul davanzale della finestra, con le gambe di fuori. Se davvero il più bel vizio è la vita, il ricordo è prolungare il piacere del vizio». (g.m.)

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