La Nuova Sardegna

Sui muri i volti dei migranti, la provocazione di Vassallo

di Dario Budroni
Sui muri i volti dei migranti, la provocazione di Vassallo

Il fotografo sardo d’adozione lancia il progetto con i manifesti “Vota per me”. Coinvolte per ora alcune città dell’isola. La protesta di Giorgia Meloni (Fdi)

15 febbraio 2018
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OLBIA. La campagna elettorale si gioca sempre più sulla loro pelle. E così qualcuno ha pensato di incollare le loro facce direttamente lì, sui muri delle città, accanto ai sorrisi rassicuranti di chi è alla ricerca di un posto in Parlamento. È una provocazione che dà un nome, un volto e una storia a tutti quegli immigrati che, loro malgrado, sono finiti nel calderone informe del dibattito politico. L’idea è di Gianluca Vassallo, fotografo campano ma da una vita in Sardegna. E il progetto si chiama “Vota per me”. È un chiaro invito alla riflessione sulla società di oggi. Vassallo ha immortalato numerosi immigrati che vivono nell’isola e ha creato dei manifesti dove compare lo slogan “Vota per me”. Infine poche righe per raccontare la storia che si nasconde dietro la pelle di un altro colore. I manifesti sono comparsi sui muri di Cagliari, Olbia, Nuoro, San Teodoro e addirittura di Trieste. Presto saranno affissi nelle grandi città italiane. Chiunque può scaricare e stampare i manifesti per partecipare alla dimostrazione. Vassallo si è già assunto tutte le responsabilità: a chi deciderà di sposare la sua provocazione invierà una dichiarazione scritta e firmata.

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Il progetto. «All’inizio della campagna elettorale, prima ancora dei fatti di Macerata, abbiamo deciso di ideare un modo per portare il tema dell’immigrazione su un dibattito civile – spiega Gianluca Vassallo, che da tempo vive a San Teodoro –. Quindi abbiamo creato dei manifesti, che incolliamo negli spazi lasciati vuoti dai partiti. È un modo per raccontare le storie di persone che qui ce l’hanno fatta o che sperano di farcela. Da una parte ci sono i manifesti di quei politici che basano la loro campagna elettorale sul tema dell’immigrazione, dall’altra ci sono i manifesti che ritraggono persone che vivono con e come noi. È come un controbilanciamento».

I protagonisti. Vassallo ha immortalato diversi immigrati. Per esempio c’è Jasvir, indiana: «Gli italiani con me sono sempre stati buoni. Ma c’è gente che te lo dice: “Gli stranieri vengono a rubarci il lavoro”, o cose del genere». Poi c’è Mamhut, che in Italia è arrivato nascosto dentro un camion: «L’Italia mi piace, è bella, abbiamo la libertà, la serenità». Iqbal ama la Sardegna: «La guerra ha rovinato molte cose quando i talebani sono entrati in Pakistan. Qui la gente è brava, mi ricorda molto la cultura pasthun». Ali invece tifa Cagliari: «Mi piace il football, sono andato due volte allo stadio con la bandiera dei Quattro mori. Forza Casteddu!».

Meloni indignata. Il progetto di Vassallo ha poi fatto indignare Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia, che su Facebook ha scritto questo: «A Cagliari hanno affisso abusivamente questi manifesti vicino a quelli di Fratelli d’Italia. Una coppia di immigrati con un bimbo in braccio. Noi abbiamo oscurato il suo volto per rispettarlo ma loro no. Immaginate cosa sarebbe successo se lo avessimo fatto noi. Dove sono le Ong che difendono i diritti dei bambini?». Gianluca Vassallo risponde così: «Questo progetto non è contro la destra ma è anche per la destra. Serve solo a far rendere conto anche a loro che gli immigrati non sono mica tutti brutti, sporchi e cattivi». Il manifesto pubblicato ritrae Rahaman, sua moglie e suo figlio, ovviamente con l’autorizzazione dei genitori. Rahaman, nel manifesto, dice che nel suo paese «è un casino, ammazzano la gente», mentre qui «sono tutti amici».
 

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