La Nuova Sardegna

La transumanza candidata patrimonio Unesco

La transumanza candidata patrimonio Unesco

Formalmente avviato il processo per il riconoscimento della migrazione di uomini e greggi, una cultura millenaria

28 marzo 2018
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ROMA. L’Italia candida la transumanza come Patrimonio dell’umanità. Con la firma del dossier di candidatura transnazionale è stato formalmente avviato il processo di valutazione internazionale che porterà alla decisione da parte del Comitato di governo dell’Unesco nel novembre 2019. La Transumanza rappresenta la migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che, insieme ai loro cani e ai loro cavalli, si spostano in differenti zone climatiche, percorrendo le vie semi-naturali dei tratturi. Elemento culturale dal forte contenuto identitario, questa pratica tradizionale rappresenta un’attività economica sostenibile caratterizzata da un rapporto peculiare tra uomo e natura, influenzando tutti i campi dell’arte.

A oggi viene praticata nel Centro e nel Sud Italia, partendo da Amatrice e Ceccano nel Lazio ad Aversa degli Abruzzi e Pescocostanzo in Abruzzo, da Frosolone in Molise al Gargano in Puglia. Pastori transumanti sono ancora in attività anche nell’area alpina, in particolare in Lombardia e nel Val Senales in Alto Adige e naturalmente in Sardegna. Con oltre il 40% del patrimonio ovino italiano, circa 12 mila aziende che danno lavoro a circa 25 mila persone e un comparto che vanta 3 formaggi Dop, e l’Igp dell’agnello, il mondo delle campagne della Sardegna plaude alla candidatura della transumanza a patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. «Un passo importante che va nella direzione del riconoscimento di un patrimonio culturale, sociale e ambientale – afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu –. Un patrimonio internazionale che vede tra i protagonisti proprio la Sardegna dove si alleva circa la metà delle 7,2 milioni di pecore italiane». Un settore quello della pastorizia che gode già del riconoscimento sempre Unesco per il Pastoralismo, nato su iniziativa della Provincia di Nuoro. Non solo. La Sardegna è anche la prima regione del Mediterraneo in cui si pratica l’allevamento degli animali al pascolo (il 70% della superficie isolana). Le pecore si nutrono per l’80% dalle essenze foraggere spontanee o coltivate e questo rende inscindibile il legame dell’elevata qualità dei prodotti caseari e delle carni dalle forme paesaggistiche in cui sono ottenuti. Grazie al pascolamento è stato, inoltre, forgiato il paesaggio isolano. «La transumanza è storia, tradizione, cultura, ambiente – rimarca il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba –, per questo sosteniamo con convinzione questa candidatura e rivolgiamo un appello anche ai cittadini affinché sostengano il comparto non solo pastorale ma agricolo con l’acquisto di prodotti locali».

Anche l’Università del Molise ha accolto con soddisfazione la candidatura: «La transumanza rinvia inevitabilmente al paesaggio ambientale e culturale che ha contribuito a definire nei secoli e impone alle istituzioni locali e alle comunità una cura dei segni straordinari di questo passato antico e recente». «La Transumanza è patrimonio culturale immateriale dell’umanità – ha dichiarato Paolo De Castro della Commissione agricoltura del Parlamento europeo – . I pastori sono depositari di millenni di vita, ripercorrere quei cammini equivale a sfogliare un libro che narra la storia del Mediterraneo».

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