La Nuova Sardegna

Lo spazio del sacro indagato al Museo Nivola

di Marco Vitali
Lo spazio del sacro indagato al Museo Nivola

A Orani il racconto del progetto per la Chiesa del Sacro Volto di Gesù a Roma, incontro tra fede, arte e architettura

03 aprile 2018
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ORANI. Il museo Nivola di Orani, da sempre interessato al tema – cruciale nell’opera di Costantino Nivola a metà del Novecento – delle intersezioni tra arte e architettura, presenta, dall’ 8 aprile al 17 giugno, una mostra su un progetto che ripropone questo rapporto nella contemporaneità. La mostra ricostruisce il progetto della chiesa del Santo Volto di Gesù, destinata a sorgere a Roma, alla Magliana, presentando il grande plastico della chiesa proveniente dai Musei Vaticani, insieme a disegni e bozzetti degli interventi artistici e filmati. Una selezione di opere degli artisti coinvolti propone un confronto tra l’impegno di questi nel sacro e la ricerca da loro sviluppata autonomamente.

Nel 1998 gli architetti Piero Sartogo e Nathalie Grenon ricevono la commissione per il progetto del Santo Volto di Gesù, una nuova chiesa destinata alla zona Magliana, quartiere ad alta densità abitativa con una lunga storia di lotte sociali ma anche di abusivismo, speculazione edilizia e violenza urbana. Un contesto stimolante e complesso, così come il lembo di terra assegnato all’edificio, un piccolo vuoto d’angolo stretto fra l’ampia via della Magliana e una sua strada trasversale. Alla base della riflessione degli architetti è stata subito la consapevolezza del rapporto fra spazio pubblico e spazio del sacro, due ambiti che nel progetto vengono a coincidere. Il sagrato della chiesa diventa infatti una piazza che il quartiere – privo di luoghi di socializzazione – non aveva mai posseduto.

L’edificio si sviluppa a partire dalla croce, collocata all’esterno: nel punto di fuga sul quale convergono tutte le linee, in pianta e in alzato, articolando in due il volume dell’architettura, da una parte l’Aula Ecclesiale dall’altra la Parrocchia. Priva di campanile ma con una grande semicupola, la chiesa, costruita fra il 2003 e il 2006, accoglie un complesso di interventi artistici di grande suggestione, affidati a una serie di protagonisti dell’arte italiana: Carla Accardi, Chiara Dynys, Eliseo Mattiacci, Mimmo Paladino, Piero Ruffo, Marco Tirelli e Giuseppe Uncini. Il progetto, fondato sulla relazione tra opera d’arte e spazio architettonico, esplora i legami tra espressione del sacro ed espressione artistica, così come tra dimensione etica e dimensione estetica. Come afferma Achille Bonito Oliva, «questo è il miracolo di una architettura, frutto dell’intreccio di un contemporaneo che sceglie linguaggi di sconfinamento per parlare del nostro destino nelle forme di un nuovo umanesimo». La chiesa della Magliana da un lato chiama in causa la grande tradizione del cantiere medievale delle cattedrali, dall’altro si ricollega idealmente a due temi che attraversano l’arte e l’architettura del Novecento, quello della sintesi delle arti (l’integrazione fra arti visive e architettura) e quello dell’art sacré, il movimento di rinnovamento dell’arte sacra avviato in Francia agli inizi del Novecento e ripreso nel secondo dopoguerra con opere quali la cappella di Vence di Matisse o le chiese di Assy e di Audincourt.

Gli architetti Piero Sartogo e Nathalie Grenon, attivi con studi a Roma e New York, affrontano un ventaglio di temi progettuali ampio e diversificato: dalla grande pianificazione urbana in tutto il mondo (Masterplan del complesso dell’Ocse a Parigi e l’insediamento urbano universitario a Bologna e il nuovo comparto a Siena dalla stazione al centro storico) all’organismo architettonico (l’ambasciata d’Italia a Washington, la Banca di Roma a New York, diverse cantine di vinificazione in Chianti e Maremma negozi Bulgari a New York, Tokyo, Parigi) e diversi progetti nel design.

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