La Nuova Sardegna

Jazz e canzoni senza tempo Paoli e Rea incantano tutti

di Andrea Musio

Grande successo a Sassari e Cagliari per il concerto intitolato “Due come noi” In scaletta i capolavori del cantautore genovese e tributi a De André e Tenco

22 aprile 2018
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SASSARI. Uno dei migliori pianisti jazz e un’icona della canzone d’autore italiana, insieme per un concerto all’insegna dell’altruismo artistico. “Due come noi”, ovvero, Danilo Rea e Gino Paoli, un sodalizio nato diversi anni fa e che li ha portati alla pubblicazione di tre album, riassunti nel concerto di giovedì sera allestito da “Forma e Poesia nel Jazz”, al teatro comunale e replicato ieri sera a Cagliari all’auditorium del Conservatorio (Sem organizzazione). Una performance ad alta carica emozionale, voluta e ricercata, come spiega il cantautore di Monfalcone sul palco: «La bella musica è quella che fa emozionare, a prescindere dal genere. Speriamo che le canzoni che abbiamo scelto stasera per voi riescano a trasmettervi le stesse sensazioni».

Circa novanta minuti di esibizione per ripercorrere le tappe più importanti della sua carriera, lunga quasi settant’anni, dal 1959 fino a oggi. Composizioni originali e una serie di tributi alla musica napoletana, a quella d'autore francese, un’ amore non celato per entrambi a cui Rea e Paoli hanno dedicato due album e una selezionatissima lista di canzoni prese in prestito da altri autori italiani in cui il filo conduttore è l’amicizia, maturata negli anni e condivisa sui palchi di tutto il mondo e nei momenti privati. Brani che suscitano malinconia e nostalgia a fatica nascosta. «I ricordi – prosegue Gino Paoli – non sono mai veritieri. Sono mutevoli col passare del tempo. Tanti dei miei amici sono già andati via. Cantare le loro canzoni è il mio modo di ricordarli e tenerli vivi».

Così scorrono le memorie di Luigi Tenco, Umberto Bindi, Fabrizio De Andrè. Le sue composizioni, pilastro portante della cultura musicale italiana (compresi alcuni storici interpretati insieme a Ornella Vanoni) si alternano ai tributi e alla canzone partenopea e francese fino a toccare, seppur in un episodio, la musica jazz degli inizi del secolo scorso con “Time after time” (la versione più celebre è quella interpretata da Frank Sinatra nel film “Accadde a Brooklyn” del 1947). Da “Sapore di sale” a “La gatta” passando per “Un addio”, “Che cosa c'è”, “O sole mio”, “Reginella”, “Il cielo in una stanza”. Una lunga carrellata di tributi nel piano solo di Rea in cui spicca “Bocca di rosa”.

La performance vola alto nei momenti di improvvisazione in cui Rea può dare il meglio di sé e mettere in bella mostra il suo estro creativo, la sua abilità e uno stile lirico che attualmente ha pochi pari in circolazione a livello mondiale. Leader capace di guidare con delle magnifiche “overture” ma anche di accompagnare e, in alcuni passaggi anche fungere da ancora di salvezza in quei momenti in cui la voce di Paoli tentenna. Inno alla vita e all’amore, mai scontato e che fa battere forte il cuore di chi lo ascolta nel far riaffiorare tanti ricordi nel pubblico, adulto e ultrasessantenne per la maggiore.

“Vivere ancora”, “Vedrai vedrai, “Ovunque sei”, “Fingere di te” («la miglior canzone che abbia mai scritto», racconta Gino Paoli). La lista delle canzoni è lunga e intuibile con capitoli dei quali non si può fare a meno. “Senza fine”, “Una lunga storia d'amore” e ancora “Ti lascio una canzone” e “Albergo a ore”: la versione in italiano di “Les amant d’un jour” interpretata da Edith Piaf.

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