La Nuova Sardegna

Il mio Man mediterraneo

di Paolo Curreli
Il mio Man mediterraneo

Luigi Fassi, da qualche mese direttore del Man di Nuoro, è entrato nella terna selezionata dal ministero della Cultura per la direzione del Padiglione Italia della prossima Biennale di Venezia....

16 giugno 2018
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Luigi Fassi, da qualche mese direttore del Man di Nuoro, è entrato nella terna selezionata dal ministero della Cultura per la direzione del Padiglione Italia della prossima Biennale di Venezia. Scelta che è poi caduta su Milovan Farronato, ma che ha confermato la figura di Fassi tra le più interessanti del mondo della cultura visiva contemporanea. Il piemontese quarantenne ha scelto Gavoi per presentare la sua prima proposta, un segnale di come il nuovo direttore del Man vede il mondo. Una visione allargata originale e multicentrica che sfugge alla dicotomia centro-periferia aggiornato-provinciale. Anzi a guardare la biografia di Fassi con la cartina in mano si nota come la casualità (che è sempre un segnale di misteriose dinamiche) oltre che nelle grandi capitali dell’arte, lo abbia portato spesso verso luoghi di confine, in Austria e nei paesi dell’Est, la finis terrae davanti alla Cortina di ferro, poi barriera occidentale impaurita dall’invasione dei migranti, e in Trentino e all’Ar/ge Kunst di Bolzano. Adesso questo riservato piemontese, colto e curioso, con una formazione che lo porta sempre verso l’interrogativo piuttosto che a distillare una risposta certa, ci racconta il suo incontro con la Sardegna che scopre per la prima volta con il nuovo incarico e la sua idea di arte, cultura e Mediterraneo. La prima mostra curata da Luigi Fassi con Alberto Salvadori si chiama “100 Years” ed è l’opera dell’artista tedesco Hans Peter Feldmann che si è concentrato a esplorare la potenzialità delle memorie individuali e collettive raccogliendo e conservando immagini trovate, cartoline, ritagli di riviste, manifesti e foto da lui stesso scattate. Fassi mostra le sue carte non al Man di Nuoro, nelle sale che hanno ospitato i classici dell’avanguardia e i grandi nomi della fotografia, ma al festival delle Storie di Gavoi. Location sicuramente non meno importante, e che ha già una consolidata collaborazione col Man già dai tempi della direzione di Cristiana Collu e proseguita con Lorenzo Giusti. La scelta di Fassi rimarca l’idea che anche le arti visive devono muoversi fluide come il pensiero, cercare e scegliere i luoghi per creare contatti rinascendo diverse sotto altri cieli e tra diverse pareti.



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