La Nuova Sardegna

Isole che Parlano, cala il sipario sul festival

Si conclude oggi, alle 18.30, a Palau con il concerto-evento “Nel mio mediterraneo non ci sono vincitori”, la ventiduesima edizione del festival “Isole che Parlano”. Di scena, sulla spiaggia di Palau...

09 settembre 2018
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Si conclude oggi, alle 18.30, a Palau con il concerto-evento “Nel mio mediterraneo non ci sono vincitori”, la ventiduesima edizione del festival “Isole che Parlano”. Di scena, sulla spiaggia di Palau Vecchio, il poeta Alberto Masala e il clarinettista Marco Colonna. Una conclusione affidata a due voci alte della poesia e della musica italiana, che dialogheranno insieme durante il tradizionale “Saluto al Mare” che, come di consueto, chiuderà la rassegna palaese. La cui sezione musicale ha preso il via al pomeriggio di giovedì scorso, all’interno della Fortezza di Monte Altura, con il concerto di Duplex, un duo norvegese formato dal sassofonista Harald Lassen e dal contrabbassista Christian Meaas Svendsen. Partendo dall’essenzialità della combinazione tra contrabasso e sax tenore, arricchita da un uso misurato delle voci, il duo ha tracciato un punto di incontro tra la liricità del jazz nord europeo e composizioni ispirate alla musica tradizionale di diversi paesi. Di taglio diverso, venerdì mattina alla Tomba dei Giganti Li Mizzani, il solo di Christian Meaas Svendsen, che ha proposto una suite basata su un uso dello strumento non convenzionale, con l’utilizzo di tre archetti e un approccio molto fisico, con il coinvolgimento di tutti gli arti. Sorprendente, nel pomeriggio a Cala Martinella, il solo della violinista americana Kaethe Hostetter, eclettica musicista di stanza ad Addis Abeba. Partendo dalle scale pentatoniche alla base della musica etiope, con un utilizzo misurato della loop station, ha cercato un dialogo con la risacca della cala, riuscendo nel connubio tra natura e musica improvvisata. La serata di venerdì si è conclusa alle 22, al faro di Punta Palau, con uno degli appuntamenti più attesi, realizzato in collaborazione con “NoArte paesemuseo” di San Sperate. Protagonista il quintetto turco di Gaye Su Akyol, che ha proposto un’indovinato connubio tra le melodie popolari anatoliche e le controculture contemporanee. Sabato mattina apertura con la master class dedicata alla band etiope “Qwanqwa” che, nella chiesa di San Giorgio, ha introdotto il pubblico alla propria tradizione musicale, e al suo meticciato con il wah wah e il Free Jazz. A seguire Il primo canto affidato, alle voci del Tenore Santa Nostasia de Buddusò e del Tenore Sant’Efisio de Bono, protagonisti, nel pomeriggio, della processione profana sulla Roccia dell’Orso, appuntamento dedicato alle musiche tradizionali, nel ricordo di Pietro Sassu e Mario Cervo. Chiusura serale in Piazza Fresi con i Qwanqwa, seguiti dai Pixvae, gruppo franco-colombiano arrivato da Lione. (Antonio Mannu)

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