La Nuova Sardegna

Archeologia, parte un piano da otto milioni

di Stefano Ambu

Gli interventi della Regione illustrati ieri dal presidente Pigliaru e dall’assessore Dessena

30 ottobre 2018
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CAGLIARI. Uno degli interventi più pesanti, da 120mila euro, riguarda l’area archeologica di Pidighi, comune di Solarussa. Ma i fondi, 8,4 milioni, arrivano in tutta la Sardegna, dalla necropoli di Sanri Miali a Padru alla Villa di Tigellio a Cagliari, passando per Lanusei, Urzulei, Gairo, Orroli, Bonorva, Olbia e tanti altri siti per un totale di settantasei finanziamenti tra scavi, restauro e valorizzazione.

È il piano straordinario promosso dalla Regione. Un terreno da scavare per promuovere – come ha detto il presidente Pigliaru ieri durante la presentazione – un turismo alternativo alle coste. Forti anche di risultati incoraggianti: la Sardegna – lo ha riferito l'assessore dei Beni culturali – citando statistiche Mibac – è tra le prime dieci regioni italiane per le visite agli scavi archeologici. E ha numeri – questi gli ultimi dati del primo semestre – in crescita: più 7,8 per cento. Per quanto riguarda il piano complessivo 19 interventi (1,9 milioni) riguardano il 2017. Il resto (6,5 milioni) l'anno in corso. Scavi è operazioni di recupero riguardano tre epoche storiche: prenuragico, nuragico e medioevale giudicale. Una particolarità: l'area sarà allestita in modo da diventare un'attrazione anche durante il cantiere aperto. I progetti prevedono che una quota del finanziamento, non inferiore al 5%, sia destinata scopi didattici e divulgativi a beneficio delle comunità locali e soprattutto dei bambini e dei ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado.

Pigliaru ha parlato di «un progetto importante per valorizzare l'archeologia che è uno degli attrattori più importanti, anche per portare lavoro e sviluppo nelle zone interne. I siti devono essere messi in rete, garantendo a chi viene dall'estero la qualità di ciò che va a vedere». Secondo Dessena «si tratta del più grande piano scavi predisposto dalla Regione, in un ottica di una valorizzazione dei siti ma anche di crescita dell'offerta culturale».

I siti sono stati individuati e scelti in base alle richieste di finanziamento presentate dagli enti locali e alle segnalazioni da parte del ministero per i beni e le attività culturali. Saranno garantite – è stato spiegato – azioni di emergenza per i siti più a rischio o dove è stato rilevato un pessimo stato di conservazione. Le soprintendenze hanno provveduto già alla verifica della fattibilità dei lavori dal punto di vista tecnico e scientifico e alle concessioni per lo scavo. Insomma, una carta che la Regione gioca puntando decisamente sulla cultura.

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