Nella Capitale della cultura: «Siamo qui per imparare»
di Valeria Gianoglio
Delegazione barbaricina ospite della città che ha vinto il riconoscimento europeo L’omaggio: filindeu, pane carasau e un murale di Del Casino con Deledda e Satta
26 ottobre 2019
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INVIATA A MATERA. Accomunate dalle rocce antiche, dalla buona cucina, da un passato spesso segnato da una fama ingombrante – l’una come “vergogna d’Italia” l’altra come “terra di banditi” – e soprattutto da una prepotente voglia di riscatto confluita da un lato, nel titolo di Capitale europea della cultura 2019 e da un lato in quello di finalista nell’omologo concorso nazionale, alla prima giornata di trasferta in Basilicata, Nuoro suggella ieri l’amicizia e il legame con Matera davanti alle prime pennellate di un murale creato per l’occasione da Francesco Del Casino e a un piatto di prezioso filindeu. Il suo cibo più celebre, prezioso e sentito. Dalla Barbagia ne sono arrivati sei chili la sera prima, a bordo della Tirrenia e con annessi cento chili di porcetto, dieci di pane carasau, sei di formaggio fresco, svariate casse di Cannonau e Cagnulari: li hanno cucinati, serviti e offerti agli ospiti materani, il Comune di Nuoro, finanziato dalla Fondazione di Sardegna, e un quartetto di cuochi d’eccezione che in modo gratuito si sono messi a disposizione per la causa: Silverio Nanu, Battistino Menneas, Antonello Puddu, e Pietro Piras noto “Pelettro”.
E così, davanti a quel profumo che sa tanto di tradizione e di sapori autentici, e tra le immagini del docufilm di Antonio Sanna che racconta “Filindeu 2.0” attraverso le parole di una autentica “nugoresa”, Badora Piredda Nuoro ha portato a casa una stretta di mano e una lezione che valgono più di mille corsi per imparare a diventare grande. Grande attraverso la cultura. Perché la ricetta della svolta, l’ha data ieri mattina il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri. Ottantaquattro anni portati con una straordinaria energia, una lunga carriera da avvocato, e poi l’avventura politica alla guida di una città di circa sessantamila abitanti – quasi il doppio di Nuoro – che da un anno all’altro, da terra contadina si ritrova a essere capitale, e capitale di cultura.
«Lo sapete come siamo riusciti a vincere? – racconta salutando la folta delegazione arrivata da Nuoro, con in testa il sindaco Andrea Soddu e l’assessore alla Cultura, Sebastian Cocco – quando siamo riusciti come comunità ad aderire a questo progetto di futuro, dove la cultura diventa una questione politica, diventa produzione, scambio e relazione, diventa impresa e occupazione». «All’inizio è stato difficile – spiega il presidente della fondazione Matera 2019, Salvatore Adduce – ci dicevano che avevamo ben altri problemi, come il bilancio o le strade. Guai a pensare che potevamo fare programmazione culturale. Era una cosa da pazzi. E invece oggi siamo qui e quante cose, comprese le strade, siamo riusciti a fare col pretesto di essere capitale europea della cultura. Abbiamo portato i quadri del museo nelle case popolari. Abbiamo aperto questa cortina di ferro: l’idea che la cultura appartenga a pochi». «Matera oggi ci ha dato una lezione di esperienza che porteremo con noi – dice il sindaco di Nuoro Soddu – quando abbiamo preparato la candidatura al concorso per diventare capitale italiana della cultura 2020, grazie alla visione e all’intuizione del vicesindaco Sebastian Cocco, anche noi ci siamo trovati nella stessa situazione: ci dicevano “ma perché non pensate alle buche nelle strade?”. Ma poi questa visione è stata fatta propria dalla comunità. E al di là della sconfitta al concorso, noi ce la meritiamo comunque, questa riscossa culturale. E la faremo lo stesso, la Capitale della cultura». «Oggi siamo qui a Matera proprio per continuare questo progetto di riscatto che si basa sulla cultura – aggiunge il vicesindaco Cocco dopo aver ringraziato per il sostegno la Fondazione di Sardegna, presente con la vicepresidente, Angela Mameli, e la Sardegna film commission – perché la cultura è un fatto che cambia le teste e le comunità».
E alla comunità di Matera Nuoro ha voluto fare un dono speciale: un murale che il grande artista senese Francesco Del Casino ha voluto creare per l’occasione. Ieri mattina, a pochi metri dalla sala della storica struttura delle Monacelle, a qualche metro dal duomo, il pittore vera anima dei muri di Orgosolo, ha dato le prime pennellate. Grazie al suo lavoro, stasera su una parete del museo diocesano, sotto gli occhi dei migliaia di turisti che visitano la Capitale della cultura, ci saranno anche Grazia Deledda, Sebastiano Satta, e il canto a tenore.
E così, davanti a quel profumo che sa tanto di tradizione e di sapori autentici, e tra le immagini del docufilm di Antonio Sanna che racconta “Filindeu 2.0” attraverso le parole di una autentica “nugoresa”, Badora Piredda Nuoro ha portato a casa una stretta di mano e una lezione che valgono più di mille corsi per imparare a diventare grande. Grande attraverso la cultura. Perché la ricetta della svolta, l’ha data ieri mattina il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri. Ottantaquattro anni portati con una straordinaria energia, una lunga carriera da avvocato, e poi l’avventura politica alla guida di una città di circa sessantamila abitanti – quasi il doppio di Nuoro – che da un anno all’altro, da terra contadina si ritrova a essere capitale, e capitale di cultura.
«Lo sapete come siamo riusciti a vincere? – racconta salutando la folta delegazione arrivata da Nuoro, con in testa il sindaco Andrea Soddu e l’assessore alla Cultura, Sebastian Cocco – quando siamo riusciti come comunità ad aderire a questo progetto di futuro, dove la cultura diventa una questione politica, diventa produzione, scambio e relazione, diventa impresa e occupazione». «All’inizio è stato difficile – spiega il presidente della fondazione Matera 2019, Salvatore Adduce – ci dicevano che avevamo ben altri problemi, come il bilancio o le strade. Guai a pensare che potevamo fare programmazione culturale. Era una cosa da pazzi. E invece oggi siamo qui e quante cose, comprese le strade, siamo riusciti a fare col pretesto di essere capitale europea della cultura. Abbiamo portato i quadri del museo nelle case popolari. Abbiamo aperto questa cortina di ferro: l’idea che la cultura appartenga a pochi». «Matera oggi ci ha dato una lezione di esperienza che porteremo con noi – dice il sindaco di Nuoro Soddu – quando abbiamo preparato la candidatura al concorso per diventare capitale italiana della cultura 2020, grazie alla visione e all’intuizione del vicesindaco Sebastian Cocco, anche noi ci siamo trovati nella stessa situazione: ci dicevano “ma perché non pensate alle buche nelle strade?”. Ma poi questa visione è stata fatta propria dalla comunità. E al di là della sconfitta al concorso, noi ce la meritiamo comunque, questa riscossa culturale. E la faremo lo stesso, la Capitale della cultura». «Oggi siamo qui a Matera proprio per continuare questo progetto di riscatto che si basa sulla cultura – aggiunge il vicesindaco Cocco dopo aver ringraziato per il sostegno la Fondazione di Sardegna, presente con la vicepresidente, Angela Mameli, e la Sardegna film commission – perché la cultura è un fatto che cambia le teste e le comunità».
E alla comunità di Matera Nuoro ha voluto fare un dono speciale: un murale che il grande artista senese Francesco Del Casino ha voluto creare per l’occasione. Ieri mattina, a pochi metri dalla sala della storica struttura delle Monacelle, a qualche metro dal duomo, il pittore vera anima dei muri di Orgosolo, ha dato le prime pennellate. Grazie al suo lavoro, stasera su una parete del museo diocesano, sotto gli occhi dei migliaia di turisti che visitano la Capitale della cultura, ci saranno anche Grazia Deledda, Sebastiano Satta, e il canto a tenore.