La Nuova Sardegna

Nella città dei Sassi musica e arte dalla Barbagia

di Valeria Gianoglio
Nella città dei Sassi musica e arte dalla Barbagia

Nelle strade e nelle piazze i canti dei cori a tenore E un murale dipinto da Francesco Del Casino 

27 ottobre 2019
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INVIATA A MATERA. Cinque cori di Nuoro arrivati dopo un viaggio della speranza per cercare di abbattere i costi dei trasporti, una notte sulla Tirrenia, sbarco all’alba a Civitavecchia, e una traversata di circa 600 km in pullman direzione Basilicata. E i Thurpos di Orotelli che si esibiscono e si vestono nel cuore della città di fronte alla folla entusiasta accorsa nel sabato assolato della Capitale europea della cultura 2019.

Nella seconda serata del gemellaggio culturale tra Nuoro e Matera, è il trionfo del folklore, delle voci, dei costumi di Nuoro. Sono 100 i coristi che si esibiscono nel cuore della notte materana dentro la chiesa del Cristo re. Sono i componenti dei cori di Nuoro, Ortobene, Su Nugoresu, Nugoro amada, Amici del folklore, Grazia Deledda. Con il clou, il gran finale, riservato all’interpretazione dell’intramontabile “Non potho reposare”, e poi le esibizioni improvvisate dei cento coristi tra le strade di Matera, nonostante la stanchezza di una trasferta faticosa, dei chilometri macinati, delle ultime prove eseguite tra pullman e brevi soste lungo l’autostrada. Il gruppo Amici del folklore, primo arrivato in terra lucana, ieri pomeriggio, nonostante la fatica di una trasferta terminata solo alle 4 del mattino, non si lascia sfuggire l’occasione ed esegue la celebre “Mere manna” (Rundinedda) di Piero Marras, davanti alla folla estasiata accorsa in piazza del Duomo. «Siamo abituati alle trasferte – dicono i componenti del coro al termine dell’esibizione estemporanea – e siamo contenti di essere qui a far conoscere le nostre voci e tradizioni».

Poco dopo, e al termine di altri viaggi sfiancanti durati più di 16 ore tra nave e pullman, alla spicciolata, nella capitale europea della cultura arrivano anche gli altri gruppi folk del capoluogo barbaricino. Tra Nuoro e la capitale europea della cultura, insomma, alla seconda giornata, l’amore scoppia anche sull’onda delle note e delle voci.

Ed è un grande successo anche il concerto della sera prima, nello scenario di Cava Paradiso, a due chilometri dal centro di Matera. La voce di Gavino Murgia, sullo sfondo della cava di tufo convertita a luogo privilegiato per mostre ed esposizioni, sin dall’inizio arriva così potente da mettere a dura prova le casse. «Uno scenario eccezionale _ commenta ieri, a freddo, il grande musicista nuorese – una acustica perfetta. Avevo suonato a Matera 15 anni fa, con l’orchestra, in piazza. Ma anche a Cava Paradiso è stata una esperienza straordinaria. La città è cambiata tanto in questi quindici anni ed è cambiata in meglio. E tante cose accomunano la nostra Nuoro e Matera, cominciare dalle pietre e dalla storia. Visto che Matera è stata costruita su una necropoli, come le nostre domus de janas. Ma aldi là di tutto, la bellezza di questa esperienza è il rapporto, la relazione tra due città della cultura».

Ed è proprio una fetta della sua cultura che il capoluogo barbaricino ha voluto donare agli amici di Matera. È il murale, suddiviso in diversi pannelli, che il grande Francesco Del Casino, ha terminato ieri sui muri di una sala del Museo diocesano di Matera. È uno dei doni più preziosi che il gemellaggio tra la città finalista al concorso per diventare capitale italiana della cultura e la città capitale europea, ha prodotto. «Abbiamo voluto lasciare un dono-simbolo a Matera, un qualcosa di prezioso, che rimanesse fisso, attraverso l’arte pittorica di un artista che ha reso la Barbagia famosa nel mondo – spiega il vicesindaco di Nuoro e assessore alla Cultura, Sebastian Cocco – Con i murales Orgosolo è diventata famosa per la sua arte e cultura ed è riuscita a scrollarsi di dosso vecchie etichette legate al banditismo. E anche questo è un bel messaggio che abbiamo voluto donare agli amici di Matera».

Il sorriso, insieme alla tuta da lavoro di Francesco Del Casino, al termine della sua opera, dopo due giorni di lavoro e pennellate, raccontano tutto, più di mille parole. Nel regalo che il Comune di Nuoro ha voluto lasciare a Matera c’è un condensato delle eccellenze, volti e tradizioni della Barbagia ma anche del resto dell’isola: da Grazia Deledda a Costantino Nivola, passando per Antonio Gramsci e la cultura agropastorale. Ci sono i celebri sassi di Matera ma c’è anche, e resterà per sempre, la statua più amata dai nuoresi: il Redentore.



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