La Nuova Sardegna

Per la Barbagia l’invito a tornare fra i Sassi di Matera

di Valeria Gianoglio

I funzionari del ministero: «Ripresentate la candidatura»

28 ottobre 2019
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INVIATA A MATERA. Una nuova amicizia sul filone della cultura e del riscatto, la conquista, a suon di cori, musica e filindeu, di centinaia di nuovi appassionati delle eccellenze nuoresi e un invito speciale: tornare a Matera per il gran finale, il 20 dicembre, dell’anno trascorso da capitale europea della cultura.

Dopo due giorni di trasferta nuorese in terra lucana, la delegazione di circa 150 persone giunte dal capoluogo barbaricino torna a casa con la certezza di avere ottenuto una nuova ribalta internazionale per le sue bellezze immateriali e con quella di aver lasciato un segno tangibile della sua presenza che rimarrà anche quando i riflettori sugli eventi del 2019 si spegneranno: il murale di Francesco Del Casino. «È stato un grande orgoglio avere portato a Matera, capitale europea della cultura, il cuore della Sardegna – dice il sindaco Andrea Soddu – è stato come trasmettere a tutta l’Europa l’emozione dei nostri canti. E candidiamo così “Non potho reposare” a divenire l’inno europeo per dire No alla violenza contro le donne». «Nuoro e Matera sono due città accomunate dalla stessa adrenalina culturale – aggiunge il vicesindaco e assessore alla Cultura, Sebastian Cocco – e in questo scambio alla pari, noi abbiamo lasciato storie, parole, musica, immagini, arte, colori, sapori e profumi. Portiamo in Sardegna un messaggio importante che l’esperienza di Matera ci ha donato: la cultura rende inevitabile ciò che non era neanche probabile».

E tornano a casa con la sicurezza di avere conquistato centinaia di nuovi appassionati anche i veri trionfatori dell’avventura materana: i 120 componenti di sei cori nuoresi - il coro di Nuoro, Ortobene, Nugoro amada, Su Nugoresu, Amici del folklore, Grazia Deledda - diretti per l’occasione da Alessandro Catte, che sabato sera, Matera, se la sono davvero conquistata come si fa con una donna speciale. Tra le immagini più nitide e intense del loro passaggio ci sono l’esibizione in piazza Vittorio Veneto, nel cuore della capitale europea della cultura, e quella nella chiesa del Cristo Re. Entrambe da brividi. Entrambe così speciali da essere riuscite a far ritrovare nello stesso spazio pure un folto gruppo di emigrati sardi che a Matera ci abitano da 40 anni. Una ribalta d’eccezione, dunque, per Nuoro e le sue bellezze che ha riconquistato pure alcuni dei funzionari del ministero che avevano seguito il percorso di Nuoro nella candidatura a capitale italiana della cultura. Una di essi - che non è mancata al concerto di Gavino Murgia e del tenore Goine (Pietro Piras, Stefano Merella e Francesco Pintori) - al termine della loro esibizione ha invitato la delegazione nuorese a ritentare l’avventura della candidatura. Puntando sulle sue risorse del presente e, prendendo spunto anche della lezione materana fatta, sull’arte che entra nelle case di una intera comunità che si unisce e che crede nel progetto di rilancio.

E magari raccogliendo anche il suggerimento che Marcello Fois aveva dato due giorni prima, nella stessa Matera, nel corso di un dialogo con il giovane scrittore nuorese, Giovanni Gusai. «Nuoro diventa forte se insiste sulle sue vocazioni. Noi nuoresi sappiamo scrivere e siamo grandi avvocati. Non servono tanto i musei, dunque, ma ad esempio una fondazione per gli studi giuridici».

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