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Da Antonio Manzini a Giménez-Bartlett È festa di compleanno

Da Antonio Manzini a Giménez-Bartlett È festa di compleanno

SASSARI. Gli altri autori che firmano la raccolta “Cinquanta in blu” della Sellerio sono Antonio Manzini, Alicia Giménez-Bartlett, Giosuè Calaciura, Roberto Alajmo, Uwe Timm, Andrea Molesini, Davide...

10 novembre 2019
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SASSARI. Gli altri autori che firmano la raccolta “Cinquanta in blu” della Sellerio sono Antonio Manzini, Alicia Giménez-Bartlett, Giosuè Calaciura, Roberto Alajmo, Uwe Timm, Andrea Molesini, Davide Camarrone, Giorgio Fontana e Maria Attanasio.

Ognuno di loro sceglie una propria strada, attingendo al catalogo dei titoli pubblicati dalla casa editrice palermitana: tremila volumi che disegnano un percorso editoriale all’insegna del rigore e della qualità.

Per Manzini, uno degli autori Selelrio più amati dai lettori, come nella “Scacchiera davanti allo specchio” di Massimo Bontempelli, la realtà diventa quella dello specchio, così uno stesso colpo di teatro magico-realistico è scelto da una compagnia di vecchi attori per dire addio alle scene.

Alicia Giménez-Bartlett trova invece nella vitalità della nostalgia di Penelope Fitzgerald (il romanzo è “La libreria”) il modello per la propria protagonista che cerca di ridare anima a un villaggio della «Spagna vuota». Nell’ “Affaire Moro”, Leonardo Sciascia racconta un aneddoto per capire l’Italia di quegli anni: Giosuè Calaciura lo inscena con un volto un luogo un fatto un motivo. Roberto Alajmo invece scrive un vero racconto su un libro: immagina il prefetto dell’ “Ultima provincia” (di Luisa Adorno) che affronta il suo quarto d’ora di comica notorietà tra i colleghi di prefettura. Uwe Timm del “Notturno indiano” (di Antonio Tabucchi) assorbe l’atmosfera, le suggestioni da Pessoa, l’inquietudine della ricerca e la fascinazione di una città. Mentre Andrea Molesini fa agire un «poeta dell’omicidio» e quindi dai “Delitti esemplari” (di Max Aub) trae la letterale ispirazione. Un bambino, intelligente, buono, che va ad abitare allo Zen 2 trasferendosi dal vecchio centro di Palermo, ricorda a Davide Camarrone il dissidente Dovlatov che emigra a New York ne “La valigia”). «Sopravvalutare la logica è un brutto vizio» è la lezione del racconto, ironico, sorprendente, triste, di Giorgio Fontana, perché l’ “Imperfezione” (il saggio è del filosofo Greimas) apre e chiude le porte del destino. Nel 1837 in Sicilia vi fu una «rivoluzione» che occultava in realtà il fanatismo di una caccia all’untore: “Maria Attanasio” lo racconta e il ricalco è dalle pagine della “Storia della Colonna Infame” del Manzoni.



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