La Nuova Sardegna

“The Man of Trees” da oggi nell’isola

di Chiara Ramiz

La pellicola comincia al Museo Nivola di Orani il suo percorso in pubblico

10 novembre 2019
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SASSARI. Ci sono voluti due anni e mezzo per finire il lavoro, ma adesso il risultato stupisce per la potenza delle immagini, la sinfonia cromatica che racconta più delle parole, e la fusione perfetta di fotografia, recitazione, danza, musica e poesia. “The Man of Trees”, del regista e video artista sassarese Tore Manca, inizia stasera alle 18 al Museo Nivola di Orani il suo percorso in pubblico; il 12 sarà al Festival delle Foreste di Bergamo e il 15 alla Cineteca Sarda di Cagliari. Poi c’è da augurarsi che seguano tante altre date, per questo film luminoso e sorprendente – ma è più corretto parlare di opera d’arte visiva – che è già stato premiato al London Eco Film Festival nella categoria Best Narrative.

Alla base del film di Manca c’è il racconto dello scrittore francese Jean Giono, “L’uomo che piantava gli alberi”, pubblicato nel 1953, ambientato in Provenza negli anni intorno alla Prima guerra mondiale, e con protagonista un pastore che, grazie a un impegno testardo e appassionato, riesce a riforestare un’intera vallata ai piedi delle Alpi.

In “The Man of Trees” Manca ha trasportato la storia in Sardegna, per più di due anni è andato a scovare paesaggi di una plasticità dirompente, li ha fotografati nella loro concretezza, e allo stesso tempo ne ha catturato l’anima nascosta attraverso le suggestioni dei colori. Ha spazzato via, insieme al realismo più scontato, qualsiasi tentazione didascalica, per fare emergere con la potenza dei simboli un messaggio di rispetto per la natura, già presente nei suoi lavori precedenti.

«Questo è un periodo di rinnovato interesse per i temi ambientali – ha ricordato il regista sassarese durante la proiezione per la stampa, alla Fondazione di Sardegna, introdotta dalla critica d’arte Giannella De Muro. «In questo generale risveglio di coscienze, voglio lanciare la mia provocazione e invitare tutti a contribuire, anche solo con un piccolo gesto, alla difesa di un patrimonio comune. Ho voluto raccontare anche la forza della volontà individuale, quando in silenzio, senza grandi clamori, decide di realizzare qualcosa di importante, contando solo sulle proprie forze».

“The Man of Trees” è un lavoro fortemente individuale – oltre che la regia, Manca ne ha curato la scrittura, la fotografia, i costumi – e allo stesso tempo il risultato di un impegno collettivo. Prima di tutto, quello degli attori non professionisti, ma perfetti nella parte, Bruno Petretto, testardo e appassionato piantatore di alberi anche nella vita, e Giovanni Salis, il giornalista che ne racconta la storia.

Di grande impatto anche le coreografie di Daniela Tamponi, che insieme alla giovanissima Matilda Deidda incarna le forze generatrici, spesso imperscrutabili, della natura. Nel film l’unica voce umana è quella fuori campo; i personaggi vivono di gesti e di sguardi, tesi all’ascolto della natura, che invece si esprime continuamente col vento, con la pioggia, col frinire delle cicale, e col linguaggio simbolico dei colori, che Manca organizza in una sinfonia potente, sottolineata dalla colonna sonora a cui hanno contribuito, tra gli altri, Dalila Kairos e il Coro Gabriel di Tempio.

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