La Nuova Sardegna

Il cinema che parla le lingue di tutto il mondo

di Stefano Ambu
Il cinema che parla le lingue di tutto il mondo

Cagliari, dal 2 al 7 dicembre 51 film in concorso al Babel Festival. Dal sassarese al kurdo e al catalano

23 novembre 2019
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CAGLIARI. C’è il film in sassarese di Antonio Macciocco (“L’ultimo barbiere di Carrera Longa”) e quello in campidanese di Andrea Deidda (“Bar Seui”). O l’opera in cagliaritano, sulla Cagliari anni Sessanta, di Paolo Carboni (“Casteddu Sicsti”). Ma il Babel film festival non parla solo nelle varianti di sardo: offre immagini in movimento di 39 lingue minoritarie per tredici nazionalità. Toccando terre, popoli argomenti e lingue che chiedono nuove dimensioni e libertà dallo Stato o dagli Stati in cui non si riconoscono. E infatti Babel ospita anche opere in kurdish o in catalano. Per una caratura sempre più internazionale.

Il Babel Film Festival è il primo concorso cinematografico internazionale destinato alle produzioni cinematografiche che guardano e raccontano le minoranze, in particolare quelle linguistiche. La sesta edizione della rassegna si terrà a Cagliari da lunedì 2 a sabato 7 dicembre, con anteprime il 28 e 30 novembre e il 1° dicembre. Non soltanto cinema ma anche mostre, masterclass e musica (da Flo a Quilo). Sono centoventotto i film pervenuti da tutto il mondo, 71 dei quali selezionati per oltre 31 ore complessive di proiezione. Numero pesante, anzi enorme, spiega uno dei tre direttori artistici, Antonello Zanda (gli altri sono Tore Cubeddu e Paolo Carboni). Perché la quota del mercato cinematografico per opere di questo tipo non supera il cinque per cento. E le 128 opere sono dentro questa striminzita percentuale.

Una maratona che si svolgerà tra Cineteca Sarda e Sa Manifattura. Con tappe nella sala Nanni Loy e alla Mem. Il festival è promosso dalla Società Umanitaria-Cineteca Sarda di Cagliari e dall’associazione Babel.

Sono cinque i film in concorso per il premio più importante, denominato “Maestrale”, per il miglior lungometraggio tra cui due lavori di ambientazione isolana: “La kora” di Gianfranco Mura (Italia, 2018), che esplora il mondo della musica etnica suonata da un musicista africano sulla spiaggia del Poetto di Cagliari e “A bolu” di Davide Melis (Italia 2019), un documentario che racconta il pastoralismo attraverso il canto a tenore.

Sono 51 i film in concorso per 13 diverse categorie, divise in “sezione ufficiale” - che prevede la premiazione del miglior lungometraggio, del miglior cortometraggio documentario e del miglior corto di fiction - e “sezioni collaterali”.

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